Dal Cuore delle Dolomiti
Un'inaspettata Giornata di Sole | Sarasin - Malga Cavallera - Bivacco Menegazzi | Escursioni a Gosaldo | Agordino Dolomiti
Un'inaspettata Giornata di Sole | Sarasin - Malga Cavallera - Bivacco Menegazzi | Escursioni a Gosaldo | Agordino Dolomiti

Un'inaspettata Giornata di Sole | Sarasin - Malga Cavallera - Bivacco Menegazzi | Escursioni a Gosaldo | Agordino Dolomiti

Un’inaspettata Giornata di Sole nel Cuore delle Dolomiti

Sarasin – Malga Cavallera – Bivacco Menegazzi (Sentiero CAI 720) | Gosaldo

Agordino Cuore delle Dolomiti

 

Vivere in montagna è senza dubbio appagante e suggestivo, ma richiede anche molto impegno, pazienza e sacrifici: rispetto alla città o alla pianura infatti, gli abitanti dei piccoli villaggi e delle sperdute borgate di montagna possono contare su pochi servizi (spesso esclusivamente quelli essenziali), rarissime occasioni mondane e, spesso, scarse possibilità di lavoro; al contempo, vivere in montagna richiede lunghi momenti di solitudine e meditazione, tanta intraprendenza, lungimiranza e predisposizione ad arrangiarsi con i propri mezzi. Oltre a queste oggettive difficoltà, la vita degli abitanti delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, e soprattutto nella nostra Provincia di Belluno, è molto spesso influenzata dal tempo atmosferico e da fenomeni climatici eccezionali: capita così che abbondanti nevicate, lunghe giornate di pioggia, lunghi periodi senza pioggia o qualche smottamento o frana che danneggi le strade, le linee elettriche o gli acquedotti possano costituire un serio problema, tanto da mettere in seria difficoltà la permanenza degli uomini in queste valli selvagge e sempre più spopolate. Il fatto poi che gli abitanti della montagna bellunese siano pochi non aiuta certo ad attirare le attenzione, le cure e le sovvenzioni della politica regionale, che può racimolare con poco sforzo in un paio di città della pianura veneta gli stessi voti che raccoglierebbe in tutta la nostra provincia; ciò determina in molti Comuni un sostanziale stato, spesso molto frustrante, di abbandono a sè stessi. Considerando tutti questi fattori, non sorprende quindi che molti giovani (e meno giovani) finiscano per scegliere di vivere in luoghi meno impervi ed impegnativi.

Accanto alla durezza della vita in montagna ed ai numerosi svantaggi che gli abitanti dei monti hanno rispetto ai connazionali che abitano le città o comunque luoghi meno duri ed isolati, ci sono però anche alcuni vantaggi: la qualità dell’aria e dell’acqua ad esempio, la tranquillità della vita, la bellezza archetipica di un’esistenza a strettissimo contatto con la natura e, nel caso della Provincia di Belluno e del nostro Agordino, la compagnia perenne e certa di quegli spettacolari e monolitici monumenti Patrimonio dell’Umanità che sono le nostre amate Dolomiti, solo per citarne alcuni; qualunque abitante della montagna bellunese potrebbe elencarvi moltissimi altri fattori per i quali decide comunque di vivere in questa splendida zona nonostante le tantissime difficoltà che quotidianamente si trova ad affrontare. In occasione della piccola ma piacevolissima escursione oggetto di questo nostro articolo, abbiamo constato ancora una volta come sia incredibilmente bello vivere nelle Dolomiti, avendo ad esempio la possibilità di godersi il sole splendente ed il calore della primavera anche in una triste ed umida giornata di febbraio. A voi carissimi lettori che ci seguite sempre più numerosi (con l’avvento del 2017 abbiamo ormai superato abbondantemente la media dei 100.000 visitatori per anno), ecco il resoconto della nostra escursione invernale al Bivacco Menegazzi nel Comune di Gosaldo in Agordino, il Cuore selvaggio delle Dolomiti.

 

In una tristissima giornata di febbraio (potete farvene facilmente un’idea osservando i nostri scatti alla partenza), partiamo piuttosto dubbiosi ma comunque speranzosi dalla microscopica frazione di Sarasin a Gosaldo alla volta del Bivacco Menegazzi; si tratta di una frequentatissima meta escursionistica estiva situata ai piedi delle maestose cime delle Pale di San Martino (3° dei 9 sistemi ufficiali riconosciuti e tutelati dalla Fondazione Dolomiti UNESCO) e raggiungibile con poco sforzo da diversi punti del Comune agordino di Gosaldo. Dopo aver parcheggiato in corrispondenza del centro della piccola frazione intercettiamo immediatamente i segnavia con le indicazioni per l’avvicinamento al Sentiero CAI 720 e ci incamminiamo verso la piccola borgata di Faustin e la località di Domadore.

La giornata è molto umida, sebbene non freddissima, ma ci rassicura un bollettino meteo che prevede totale assenza di precipitazioni e temperatura in quota piuttosto mite; mentre saliamo verso la località di Domadore proviamo anche a guardarci attorno, ma la visibilità è veramente scarsa e risulta impossibile ammirare degnamente il panorama sulla Valle del Mis e le cime della zona. Più che una giornata di fine febbraio, questa sembra una di quelle tristi giornate di novembre che speri passino in fretta per lasciare spazio alla neve.

In località Domadore la strada inizia ad essere occupata dalla neve, dapprima pesante e molto bagnata, man mano che si sale sempre più ghiacciata e consistente; dopo poco ci troviamo a calpestare almeno venti centimetri di neve compatta e già segnata visibilmente dal passaggio di scialpinisti, escursionisti e ciaspolatori. Seguiamo le indicazioni per il Bivacco Menegazzi e il Rifigio Treviso attraverso un bel bosco, continuando a sperare di incontrare il prima possibile qualche schiarita ed un pò di sole.

Ad oltre 1400 metri d’altitudine, l’umidità è ancora insopportabile e la visibilità molto scarsa; il sentiero si snoda comunque su una comoda strada carrabile, l’itinerario è molto facile malgrado la neve e non mancano le indicazioni per la nostra meta, quindi speranzosi di uscire presto dalla nebbia continuiamo a proseguire alla volta di Malga Cavallera.

Proseguiamo in direzione di Pian Lonch rincuorati a volte dalla visione dell’azzurro del cielo tra la nebbia che sembra talvolta accennare a diradarsi; fuori dal bosco ci troviamo comunque avvolti dalle nubi in una situazione di visibiltà precaria, come potete vedere da questi scatti.

Attorno ai 1600 metri finalmente cominciamo a vedere il profilo delle Dolomiti (Pala della Madonna, Sforcelloni, Sass d’Ortiga, Croda Granda), seppur a fasi alterne; dal fondovalle un alito di vento continua ad alzare ed abbassare le nubi, alternando schiarite a tratti di nuvolosità molto spessa.

Dopo qualche occhiata di sole, ripiombiamo nella nebbia all’altezza di Malga Cavallera; qui sono in corso dei lavori di ampliamento della struttura, che attraversiamo velocemente sperando di uscire finalmente dal banco di nubi. Manca ormai pochissimo alla meta della nostra passeggiata, il Bivacco Menegazzi al Pian Lonch, e dopo qualche minuto finalmente cominciamo a vederlo.

Finalmente giunti a Pian Lonch la nebbia sembra decisamente diradarsi e possiamo finalmente asciugarci al sole e goderci la vista delle spettacolari Pale di San Martino, il sistema montuoso più esteso delle Dolomiti che si trova a cavallo tra l’Agordino in Provincia di Belluno ed il Primiero e la Val di Fiemme in Provincia di Trento; al bivacco troviamo una festosa comitiva di escursionisti trevigiani che come noi si godono finalmente il sole e che ci invitano a pranzare assieme.

Dopo pranzo saliamo ancora per qualche minuto in direzione di Forcella delle Mughe godendoci un sole fortissimo e la vista del mare di nubi che sovrasta Agordino e Val del Mis e dal quale emergono solo le vette delle nostre Dolomiti; si tratta di uno spettacolo emozionante del quale possiamo rendervi partecipi solo con qualche foto che mal racconta la bellezza del luogo in cui viviamo; l’invito che vi facciamo è, come sempre, quello di venirci a trovare di persona per vedere quanto sappia essere affascinante il Cuore delle Dolomiti.

Un’ultimo sguardo allo spettacolare mare di nubi che ci troviamo di fronte e ci immergiamo nuovamente nella nebbia per rientrare al punto di partenza; un’altra strepitosa giornata nel Cuore delle Dolomiti è appena trascorsa, regalandoci inaspettatamente sole, tepore e splendidi, impareggiabili panorami montani.

 

Perchè ci ostiniamo quindi a vivere tra queste montagne?

 

La risposta è semplice, lapalissiana diremmo, e se ci verrete a trovare in Agordino, il Cuore delle Dolomiti, la potrete conoscere e comprendere anche voi. Prima di salutarci in attesa di rivederci presto al prossimo articolo, sentiamo il bisogno di ringraziarvi ancora una volta per il calore e l’attenzione che ci date; quello che succedendo in questo periodo è veramente straordinario, e lo dobbiamo solo a voi, carissimi lettori, che ci seguite da tempo con passione e costanza. Grazie a tutti, viva l’Agordino e le nostre amate Dolomiti! A presto!


Informazioni turistiche:

Pro Loco Gosaldo
Tel. 0437 68383
E-mail: prolocogosaldo@gmail.com

Ufficio Turistico di Agordo
Tel. 0437 62105
E-mail: ufficioturistico@agordo.net


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7 commenti

  1. Ermes Mazzon

    signori le foto pubblicate mi hanno fatto commuovere in ricordo dei bei tempi passati ho frequentato per molti anni la casa alpina di Fossalta di Piave e sulla casera ci sono stato tutti gli anni bellissima la nostra montagna

      1. Francesco

        Un sentito grazie per i vostri bellissimi articoli. Appassionato di escursioni e potendo soggiornare tutta l’estate tra Falcade e Caviola cercando notizie per le mie escursioni mi sono imbattuto nei vostri reportage.
        Veramente utili e completi (testi e foto).
        Complimenti!

        1. agordino

          Ciao Francesco!

          Grazie mille per il tuo commento! Siamo entusiasti che il nostro piccolo blog ti piaccia!
          Ti ringraziamo ancora e ti auguriamo meravigliose avventure nel Cuore delle Dolomiti!

          Il Team di agordinodolomiti.it

  2. endfield

    Je comprend les gens qui vive un des plus beaux coin de l’Italie encore avec des valeurs, les souvenirs du passé reste dans les mémoires. Nous sommes les mémoires vivantes il faut la perpétuer

  3. Romina

    Che emozione…ho rivisto la casa degli zii della mia nonna.Lo zio Bruno,la zia Tina e lo zio Tino Masoch…Quanti ricordi e che posti stupendi.Ogni anno venivamo e andavamo in domadore a pranzare sulla coperta all’aperto e poi a piedi fino la malga…Stelle alpine dapertutto…Mi ricordo che in domadore x un periodo c’era un baito tipo bar(parlo di 45 anni fa) e tantissimi campeggi….Bello bello bello!

    1. agordino

      Ciao Romina, grazie mille per le tue parole!

      è sempre bello ricevere questo tipo di commenti, dai quali traspare l’immensa potenza dei ricordi, nonché il piacere che certi luoghi (e ritrovarli) sanno darci!
      Grazie mille per il tuo contributo e torna presto a trovarci!

      Il Team di agordinodolomiti.it

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