Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi | Agordino Cuore delle Dolomiti
E finalmente, dopo diverse settimane di trepidante attesa per il bel tempo, iniziamo in una caldissima giornata di fine maggio la nostra avventura sul Sentiero Tematico del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi “La Montagna Dimenticata“.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di un itinerario escursionistico plurigiornaliero concepito con l’intento di offrire all’escursionista una panoramica completa non solo sulle moltissime vette e sugli splendidi paesaggi dolomitici che caratterizzano la Conca Agordina, ma anche sulla sua secolare storia e cultura, con particolare attenzione al periodo delle due Guerre Mondiali ed alla ricchissima tradizione mineraria del Cuore delle Dolomiti. Essendoci imbattuti innumerevoli volte nei segnavia di questo sentiero tematico ed avendo constatato come negli ultimi anni siano state investite diverse risorse pubbliche in questo progetto, ovviamente non potevamo che essere smaniosi di raccontarvi dettagliatamente cosa offre questa proposta del nostro Ente Parco al potenziale visitatore; e poichè è difficilissimo (se non impossibile) reperire informazioni dettagliate su La Montagna Dimenticata in rete, ci auguriamo che i nostri lettori trovino il nostro resoconto utile, interessante e stimolante, dato che al di là di qualche piccolo problema organizzativo, La Montagna Dimenticata è una proposta validissima e caldamente consigliata a tutti gli amanti delle Dolomiti e della loro storia.
PREMESSA
“La Montagna Dimenticata”: nomen omen. Reperire informazioni su questo itinerario è stata una vera e propria impresa per noi che in queste zone ci viviamo, figuriamoci per chi nelle Dolomiti ci viene per turismo; per diversi mesi abbiamo spulciato dozzine di siti e librerie specializzate ed interpellato gli uffici turistici della zona, purtroppo con scarsissimi risultati. All’inizio sapevamo soltanto che La Montagna Dimenticata era uno dei 9 sentieri tematici realizzati dal Parco Naturale delle Dolomiti Bellunesi per la promozione del territorio, ma, al di là di questo, i dettagli su questo sentiero tematico rimanevano avvolti da un’alone piuttosto opaco e misterioso. Addirittura visitando il sito dell’Ente Parco (oggi online trovate la nuova versione, leggermente più consultabile, ma vi assicuriamo che quella vecchia era terrificante), ne uscivamo con molte più domande di quante ne avessimo prima di collegarci, addirittura senza aver compreso precisamente dove fossero collocati i punti di partenza ed arrivo.
Lo scorso inverno, in maniera del tutto casuale, visitando l’Ufficio Turistico di Forno di Zoldo (quindi addiritttura di un’altra valle, seppur contigua alla nostra) ci siamo imbattuti in un totem informativo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che conteneva un pieghevole relativo proprio alla Montagna Dimenticata; finalmente veniva fatta un pò di chiarezza sull’itinerario di questa proposta escursionistica, seppur senza entrare troppo nel dettaglio delle singole tappe, dislivelli e specifiche della proposta, sentieri CAI corrispondenti, punti di appoggio e sosta. Dopo mesi di ricerche, finalmente avevamo trovato le informazioni base per approcciare La Montagna Dimenticata; viene da chiedersi, alla luce di questo, quale siano le reali aspettative dell’Ente Parco nei confronti di questa proposta escursionistica, vista la scarsissima promozione che ne è stata fatta finora e la limitatissima conoscenza che lo stesso territorio ha di essa.
La Montagna Dimenticata: Tappa 1 Forte del Moschesin – Bait de Folega
Ed eccoci quindi pronti per la prima tappa del sentiero tematico La Montagna Dimenticata. Se siete tra i pochi eletti a conoscere l’esatto punto di partenza dell’itinerario, ovvero il Forte del Moschesin, vi sarete certamente resi conto che per poterlo raggiungere è necessario avvicinarsi escursionisticamente, dal momento che si tratta di un vecchio forte italiano della Grande Guerra collocato su una impervia forcella d’alta montagna; un punto di partenza decisamente scomodo per il visitatore, soprattutto se poco pratico della zona. Chissà se qualcuno dell’Ente Parco ha mai pensato a questa cosa (e chissà piuttosto se qualcuno dell’Ente Parco ha mai percorso integralmente La Montagna Dimenticata!), fatto sta che per iniziare l’itinerario è necessario per prima cosa raggiungere a piedi il Forte del Moschesin. Scartata l’opzione di risalire da La Valle Agordina o dalla Val di Zoldo, varianti troppo lunghe e faticose per poter poi affrontare il resto del sentiero in giornata, non rimane che seguire la celebre Alta Via delle Dolomiti 1 partendo da Pian de Caleda sul Passo Duran. Ottimi appoggi per la partenza sono i 2 rifugi sul Passo Duran dove è possibile sostare la notte prima; alternativamente è possibile lasciare l’auto a Pian de Caleda o sul Passo Duran, ma servirà poi un passaggio per riprenderla una volta concluso l’itinerario.
Ci incamminiamo dunque alla volta del Forte del Moschesin lungo l’Alta Via 1, il sentiero probabilmente più famoso delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO; questo tratto di Alta Via si snoda ai piedi dell’impressionante Gruppo del San Sebastiano, composto di San Sebastiano, Tamer e Moschesin, ed offre splendide vedute sulla Conca Agordina e sulle sue cime delle Dolomiti UNESCO; molto bello ed emozionante quindi il contesto paesaggistico di questa prima parte (o meglio: parte propedeutica) de La Montagna Dimenticata.
In poco più di un’ora e mezza raggiungiamo i 1800 metri di Casera Moschesin ed intercettiamo il Sentiero CAI 541 poco oltre; a questo punto invece che seguire le indicazioni de La Montagna Dimenticata risaliamo il 541 verso il Forte del Moschesin, punto di partenza dell’itinerario. Saliamo per diversi minuti fino a raggiungere i resti di quello che era una delle fortificazioni chiave del fronte italo-austriaco durante la Grande Guerra, ovvero il Forte del Moschesin (dove troviamo anche una tabella dell’Ente Parco su La Montagna Dimenticata).
Il Forte del Moschesin è uno dei punti strategici che componevano assieme al Forte del Maè in Val di Zoldo, al Forte della Tagliata di San Martino e al Forte di Peden il fronte bellico, la cosiddetta “Linea Gialla“, tra Regno d’Italia da un lato ed Impero Austroungarico e Impero Tedesco dall’altro; malgrado il forte sia stato fatto detonare dagli stessi Italiani in ritirata dopo la sconfitta di Caporetto (sorte analoga toccherà anche alle altre fortificazioni della Linea Gialla), il Forte del Moschesin presenta ancora intatte la pianta rettangolare e le imponenti pareti della costruzione. Sostiamo brevemente ammirando il fabbricato collocato ai piedi del Moschesin prima di procedere con la prima tappa de La Montagna Dimenticata.
Dato che abbiamo percorso buona parte dell’andata lungo il sentiero 541, decidiamo di procedere seguendo invece il sentiero denominato “La Via dei Capitaniati“, una piccola deviazione affacciata sulla Val Clusa che si ricongiunge dopo qualche minuto al Sentiero CAI 541 ed a La Montagna Dimenticata. Spettacolare la vista sul Talvena da questa posizione.
Rientrati sul sentiero corretto, percorriamo qualche chilometro nel bosco seguendo le indicazioni, generalmente evidenti e ben segnalate, sia del sentiero tematico che del 541. Qui incontriamo anche i primi ripari della Grande Guerra della Linea Gialla, piccole nicchie scavate nella roccia in cui ripararsi e difendere la posizione. Dopo un tratto di salita decisamente marcato, giungiamo finalmente in cima alle Creste di Vallaraz (alternativamente indicato come Valaràz) dove sostiamo per un attimo ammirando un panorama mozzafiato sulla Conca Agordina e la Val di Zoldo da un lato e sulla Val Clusa e le Vette Feltrine dall’altro.
Il sentiero 541 è molto suggestivo in questo tratto, e per qualche chilometro procediamo sulla stretta cresta del rilievo godendoci il sole e la splendida giornata. Quando il sentiero comincia a degradare in discesa, sono presenti alcuni tratti attrezzati nei quali è necessario ovviamente prestare un pò di attenzione; la vista è comunque veramente eccezionale e vale la pena spingersi fin qui per ammirare le cime che ornano il Cuore delle Dolomiti.
Il sentiero prosegue nel bosco con alcuni stretti tornanti scendendo rapidamente di quota; durante la discesa ci fermiamo ad esplorare un paio di postazioni militari tra cui una splendida galleria bellica che sbuca poco più avanti; da qui in avanti ne incontreremo parecchie, come vedremo nelle prossime tappe.
Sotto di noi cominciamo ad intravedere il pianoro di Folega; convinti di essere ormai giunti a destinazione, scopriamo invece che è necessaria ancora una buona mezz’ora. Sbucati fuori dal bosco nei pressi di Forcella Pongol (primo bivio de La Montagna Dimenticata ed inizio della seconda tappa), ci riposiamo sui prati di Folega nei pressi del Bait de Folega, riparo comunale d’appoggio per questa tappa.
Nel complesso, il nostro giudizio sulla prima parte de La Montagna Dimenticata non può che essere decisamente positivo; nonostante la partenza fuori mano e la difficoltà logistica che un turista può incontrare approcciando questo sentiero tematico, la spettacolarità ed originalità del panorama vale decisamente la pena; i ripari e le gallerie belliche, nonchè lo stesso Forte del Moschesin rendono questa prima tappa molto interessante anche dal punto di vista storico e culturale. Il sentiero La Montagna Dimenticata è inoltre sempre adeguatamente segnalato, e laddove si dovesse fare fatica ad inividuare queste indicazioni, è sufficiente seguire quelle del Sentiero CAI 541. La condizione dei diversi tratti è eccellente, anche se ovviamente vi sono dei punti in cui è necessario prestare molta attenzione, ma questa del resto è precondizione di tutte le escursioni in montagna. Un consiglio utile è sicuramente quello di portare con sé acqua a sufficienza, perché non ci sono molte fonti lungo il sentiero se non nei pressi di Folega; il Bait de Folega è un eccellente punto d’appoggio per la notte ma non è scontato trovarvi posto, soprattutto durante la bella stagione, perciò è consigliabile essere attrezzati per pernottare in altro modo. La percorrenza di questo primo tratto, trattandosi di un sentiero d’alta montagna, è possibile da giugno ad ottobre, poiché con le prime nevi aumenta molto la difficoltà. Se non siete pratici della zona, come sempre vi invitiamo a chiedere informazioni presso gli Uffici Turistici della zona (contatti in calce) oppure ad un professionista come una Guida Alpina. La prima tappa, inclusa la partenza da Pian de Caleda, è lunga circa 9 chilometri ed offre alcuni tratti di dislivello marcato che richiedono buona predisposizione alla camminata in montagna. Per il resto, il contesto paesaggistico è grandioso e selvaggio, la passeggiata è avventurosa ed appagante e merita veramente una visita; ci vediamo prestissimo per la seconda tappa de La Montagna Dimenticata – Stay tuned!
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