Dal Cuore delle Dolomiti
Rifugio Capanna Trieste - Rifugio Vazzoler - Mont'Alt de Pelsa | Emozioni invernali ai piedi del Civetta | Agordino Dolomiti
Rifugio Capanna Trieste - Rifugio Vazzoler - Mont'Alt de Pelsa | Emozioni invernali ai piedi del Civetta | Agordino Dolomiti

Rifugio Capanna Trieste - Rifugio Vazzoler - Mont'Alt de Pelsa | Emozioni invernali ai piedi del Civetta | Agordino Dolomiti

Rifugio Capanna Trieste – Rifugio Vazzoler – Mont’Alt de Pelsa

Emozioni invernali ai piedi del Civetta | Agordino Dolomiti

 

Prendete una tersa giornata invernale, un bel gruppetto di amici amanti delle escursioni e il Cuore delle Dolomiti UNESCO: il mix perfetto per una splendida giornata in montagna! Da qualche settimana avevamo in programma un’escursione nel gruppo MoiazzaCivetta (SOIUSA: Dolomiti Agordine o Dolomiti di Zoldo, Fondazione Dolomiti UNESCO: Pale di San Martino, San Lucano, Vette Feltrine e Dolomiti Bellunesi); un gruppo dolomitico maestoso ed imponente che troneggia su Agordino e Zoldano, ricco di splendide cime e paesaggi meravigliosi, protagonista dell’Alta Via delle Dolomiti 1 Braies-Belluno. L’occasione magari di fare qualche bella foto, ma soprattutto di divertirsi all’aria aperta e godersi splendide prospettive sulle Dolomiti Agordine.

 

Casualmente ci siamo ritrovati tutti concordi per lambire i Piani di Pelsa alla volta del Mont Alt de Pelsa (2417 m), un’escursione non impegnativa dal punto di vista tecnico ma che potenzialmente poteva regalare splendide vedute sul gruppo CivettaMoiazza e su molte altre vette che circondano il Cuore delle Dolomiti.

Prima di cominciare col nostro articolo, una piccola premessa che sentiamo doverosa verso i nostri lettori. Al momento trovare informazioni aggiornate sull’agibilità dei sentieri, messa a dura prova dall’alluvione di ottobre, è piuttosto complicato. Il CAI stesso sconsiglia la percorrenza di taluni sentieri che transitano in zone fortemente colpite dai fenomeni atmosferici eccezionali dell’autunno 2018, rimandando le opere di sistemazione alla bella stagione (primavera 2019). Imperativo è quindi informarsi bene sullo stato dei sentieri prima di partire (contatti degli Uffici preposti in calce all’articolo) e valutare sempre attentamente le proprie capacità per evitare spiacevoli conseguenze.

Mentre risaliamo la Val Corpassa di buon’ora, superato l’abitato di Listolade, ci guardiamo attorno con stupore. È la prima volta che ritorniamo in questi luoghi dopo “l’uragano”, e li troviamo sorprendentemente provati dalla forza della natura. L’acqua ha eroso violentemente, laddove è riuscita a forzare le opere di contenimento dell’uomo (che per fortuna hanno superato in quasi tutto il territorio questa dura prova); il vento pure ha fatto la sua parte, schiantando centinaia di alberi, “pettinando” al suolo interi boschi. Ciononostante troviamo la strada in buone condizioni, percorribile fino al Rifugio Capanna Trieste senza grosse difficoltà. In generale in tutto il territorio agordino si è provveduto al ritorno alla quasi piena funzionalità in tempi record e perfettamente puntuali per affrontare la stagione invernale, che sciisticamente parlando sta andando molto bene. Un grazie a tutte le persone coinvolte nella sistemazione del nostro territorio è veramente doveroso; grandi sono le aspettative anche per la sistemazione dei sentieri, dei Serrai di Sottoguda, della Ciclabile Agordina e di tante altre ferite ancora aperte del Cuore delle Dolomiti.

Il Sentiero CAI 555, un tratto escursionistico conosciutissimo e molto frequentato, che ci conduce verso il Rifugio Vazzoler non ha fortunatamente risentito più di tanto della forza del vento e dell’acqua che a fine ottobre hanno messo in ginocchio la Provincia di Belluno; laddove necessario si è già provveduto allo sgombero degli alberi abbattuti ed il sentiero risulta integro e ben percorribile in tutte le sue parti.

Incediamo senza particolari difficoltà (tranne qualche pezzo ghiacciato che richiede un minimo di attenzione) fino a raggiungere il Rifugio Vazzoler. In questo tratto di salita ci fermiamo spesso per ammirare gli splendidi Cantoni di Pelsa, frastagliata fila di pinnacoli dolomitici dalle forme strane ed incredibili, che fanno da protagonisti del paesaggio; se venite qui per la prima volta, questa meraviglia delle Dolomiti UNESCO è la cartolina di benvenuto nel regno del Civetta e preambolo allo spettacolo che vi attende proseguendo.

Ci innestiamo presto con la famosissima Alta Via delle Dolomiti n.1 Braies-Belluno, probabilmente il sentiero escursionistico più famoso delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO; dopo poco eccoci arrivati al Rifugio Vazzoler, dove sostiamo per qualche foto alle torri del Civetta prima di proseguire oltre alla volta di Casere Favretti e Piani di Pelsa.

Lo scenario naturale da qui in avanti è grandioso e monumentale: transitiamo al cospetto delle gigantesche torri del Civetta, una delle cime più conosciute delle Dolomiti, su incantevoli praterie d’alta montagna. Dinnanzi a noi si stagliano imponenti, splendenti monoliti verticali di centinaia di metri che non mancano di farci sentire piccoli ed insignificanti di fronte alla grandiosità della natura.

 

Poco oltre il bivio per Malga Pelsa intercettiamo le indicazioni del Sentiero CAI 562 (sempre ben segnalato anche questo) ed iniziamo a risalire il declivo che ci separa dalla cima del Monte Pelsa, circondati da cespugli di pino mugo e godendoci gli scorci sulla Conca Agordina.

Non seguiamo più il Sentiero CAI 562, che scende verso Cencenighe, ma lambiamo la cresta del Monte Pelsa a picco verticale  su Cencenighe Agordino; la vista dall’alto sul paese è veramente impressionante. anche perchè si arriva all’orlo del baratro continuando a salire e ci si trova tutto d’un tratto il vuoto davanti e le profonde valli dei fiumi Biois e Cordevole giù al fondovalle. Uno spettacolo che merita davvero la salita.

Da qui puntiamo ormai alla vetta, metri d’elevazione, una piacevole terrazza panoramica sui gruppi del Civetta e della Marmolada, con belle vedute anche sulle Pale di San Martino e sui rilievi del gruppo del Pelmo e delle Dolomiti Settentrionali. Un superbo spettacolo dolomitico a 360°.

Rientriamo a Piani di Pelsa con il sentiero detto delle Forzelete, anch’esso sempre segnalato e presente sulle mappe escursionistiche. Splendida la vista sul Civetta e sulla Moiazza che si ha davanti agli occhi scendendo, ed in generale tutta la discesa è piacevole e genuinamente appagante.

Tornati sull’Alta Via 1, rientriamo al punto di partenza seguendo la via dell’andata, godendoci le ultime luci del giorno e gli spettacolari riflessi dell’Enrosadira sulle torri delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO.

L’itinerario descritto in questo articolo richiede mediamente una giornata e si adatta a buoni camminatori pur non richiedendo particolari doti escursionistiche. La percorrenza ideale si ha ovviamente con la bella stagione; se affrontato in inverno, ricordiamo ai nostri lettori meno sportivi l’importanza della preparazione atletica, della conoscenza dei propri limiti e dell’adeguato equipaggiamento da montagna (inclusa cartina e scorta d’acqua). L’interesse maggiore di questo tour è ovviamente per il Civetta e la Moiazza, veri protagonisti del paesaggio, anche se si ammira molto bene il Gruppo della Marmolada da sud e molte altre cime del Cuore delle Dolomiti. Questi posti sono grandiosi e si va sempre sul sicuro con qualunque esperienza qui: dalle scampagnate con la famiglia (l’area del Civetta è servita dagli impianti di risalita del Dolomiti Superski) alle avventure alpinistiche più estreme. Se amate la montagna, non potete perdervi almeno un’esperienza nel gruppo del Civetta, garantito! – Ci vediamo presto per nuove storie dal Cuore delle Dolomiti – Stay tuned!

 

 

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