#stopstealingmountains
Quella Gaffe di Alberto Angela che fa tremare le Dolomiti
*ATTENZIONE*
Il seguente articolo del nostro blog è di parte, e la parte che prende è ovviamente quella dei Bellunesi; la discussione è aperta a chiunque desideri contribuire, purchè lo faccia civilmente ed educatamente.
Passi per la disparità di trattamento: a decenni dall’Accordo Gruber-De Gasperi (una soluzione di compromesso che avrebbe dovuto essere temporanea), i Bellunesi hanno ormai preso atto con rassegnazione del fatto che in Italia valgano due pesi e due misure, e che la correttezza formale è un concetto utopico e probabilmente fuori moda.
Passi pure pure per i tantissimi esempi di arroganza e vessazione che quotidianamente i Bellunesi subiscono da parte dei vicini trentini e altoatesini: abbiamo imparato negli anni ad accettare l’imbarazzante immobilismo della politica locale e regionale di fronte a gravi episodi di violazione territoriale, ed anzi a farne dell’umorismo. Abbiamo ormai digerito la spaventosa disparità di mezzi e fondi; abbiamo accettato con rassegnazione la vergognosa (e probabilmente incostituzionale) disuguaglianza di rappresentanza politica; ci siamo persino abituati a vedere le nostre Dolomiti arraffate senza tanti complimenti dagli avidi enti marketing di Trentino e Südtirol e spacciate come Trentino-Alto Adige, facendocene quasi una ragione. Abbiamo troppo spesso abbassato la testa di fronte a questo, abituando i nostri vicini ad un certo atteggiamento remissivo da parte nostra. Tra di noi si è insinuata troppe volte la pericolosa idea che comunque sia questione di merito, perché “loro” hanno “la testa” e perché “sanno lavorare insieme”; tra di noi c’è stato chi ha addirittura ringraziato per le violazioni territoriali, perché “così facendo comunque fanno pubblicità anche a noi”. Chi frequenta e conosce veramente le Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO (quindi non il turista medio) sa benissimo di queste situazioni e delle enormi tensioni etniche, politiche ed economiche che ci siano al loro interno.
In questo desolante quadretto il cui le due Province Autonome la fanno da padrone, succede ogni tanto qualcosa di meraviglioso: succede che i Bellunesi alzino la testa. Non accade spesso, ma quando accade, riusciamo a farci sentire nonostante tutto, nonostante la nostra Provincia ormai al collasso, nonostante il drammatico spopolamento delle nostre valli, nonostante la carenza di fondi e servizi e la debolezza ed arrendevolezza delle nostre istituzioni. E quando questo succede, ci si riscopre fieramente montanari, finalmente uniti, veramente arrabbiati e per una volta all’unisono.
Questo è esattamente il tema di questo piccolo articolo del nostro modesto blog, il grido potente e disperato degli eterni secondi che dovrebbero però essere i primi, a rigor di logica, nel panorama delle Dolomiti: #stopstealingmountains, smettetela di rubare le nostre montagne.

Quando anche un idolo della nostra infanzia come Alberto Angela, uomo di grande cultura e carisma, compagno di mille avventure alla scoperta dei tesori del Mondo, rispettato ed amato da tutta la Penisola, sottintende candidamente (dirà poi “in buona fede”) in televisione l’appartenenza delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO integralmente a Trentino e Alto Adige, ottenendo l’effetto, anche se magari non voluto, di spacciarla come una verità assoluta e ridondante, ti senti tradito, pugnalato alle spalle e lasciato a morire in un fosso a lato della strada. Quando da una persona così intelligente e preparata, da sempre paladino della verità storica, amico e ospite costante nei salotti degli Italiani, ricevi un colpo del genere, ecco che ti senti mancare la terra sotto ai piedi, mentre il sangue risale velocemente dai piedi verso l’alto ed intasa la testa, ed il cuore nel petto batte all’impazzata per la rabbia. E così è fatta, ecco che la misura è colma.
L’episodio, non l’ultimo, ma sicuramente il più rappresentativo degli ultimi dodici mesi, è quello della trasmissione tv “Meraviglie”, in onda su Rai 1, dove il presentatore e storico Angela fa visita alla parte “di là” delle Dolomiti ignorando completamente tutto il resto, ovvero la maggior parte del Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO. Sebbene non solo la Provincia di Belluno sia parte offesa nella disputa (ricordiamo che anche le Province di Udine e Pordenone, neanche loro citate nell’episodio, hanno una percentuale di Patrimonio UNESCO Dolomiti sul loro territorio), è proprio tra i Bellunesi che dilaga lo sdegno e la rabbia: la redazione della RAI viene inondata di lettere di protesta di cittadini bellunesi indignati e feriti nell’orgoglio, sui social dilaga la rabbia delle valli montane venete ed addirittura i politici locali, non certo famosi per iniziativa, fanno a gara per esprimere a mezzo stampa il loro disappunto. Si arriva addirittura ad insinuare (cosa magari in parte fondata ma dalla quale noi comunque prendiamo le distanze in questo articolo) che l’Albertone nazionale sia stato “pagato” da trentini e sudtirolesi per la trasmissione oggetto della disputa. Insomma: la puntata RAI di “Meraviglie” sulle Dolomiti si trasforma in un caso mediatico che fa da miccia ad una bomba carica di malumore e rabbia e da anni pronta ad esplodere.


La vicenda cresce poi in risonanza a livello nazionale: ad Alberto arriva addirittura un Tapiro d’Oro da parte di Striscia La Notizia (ma ve la sareste mai immaginata una cosa del genere prima??). Il presentatore si difende: i furgoni della RAI hanno avuto poco tempo per girare l’Italia e registrare le puntate; va da se che qualcuno ha dovuto per forza rimanere fuori dalla puntata sulle Dolomiti. Peccato che a rimanere fuori sia stata la Provincia sul cui territorio si trova la maggioranza di cime delle Dolomiti UNESCO (il 46%, dato ufficiale della Fondazione Dolomiti UNESCO), e che Trentino (12%) e Alto Adige (24%) neppure assieme non riescano ad eguagliare la Provincia di Belluno in questo. La risposta di Angela fa acqua da tutte le parti, e nel video di Striscia, senza fare particolare attenzione, si sentono i polpastrelli dello storico che scivolano inesorabilmente sulla superficie perfettamente liscia dello specchio sul quale cerca senza successo di arrampicarsi.


Da fieri Bellunesi quali siamo noi Agordini, continueremo probabilmente a volere bene ad Alberto Angela, perdonandogli questo grossolano e disastroso scivolone che non fa molto onore ad una carriera finora impeccabile; può capitare a tutti di collezionare una figura da cioccolatini in buona fede, e comunque il clamore sollevato dalla trasmissione è servito a ribadire a tutti che le Dolomiti non sono appannaggio esclusivo di Trento e Bolzano, anzi. Perché la posizione della trasmissione Meraviglie, che sia voluta o meno, riflette purtroppo un errore di valutazione che non è nuovo, ma che è anzi largamente diffuso ormai a livello europeo e determinato dalla potenza di marketing delle due Province Autonome, con le quali Belluno non riesce a misurarsi. Ed è ora passata di dare un taglio a questa tendenza.


Oltre all’emblematico caso dell’Agner, oggetto di un nostro articolo di due anni fa (clicca qui), gli esempi di furto territoriale dilagano ormai da anni, sui social ma non solo: chi si ricorda i famosi manifesti affissi agli ingressi dei punti vendita della catena Esselunga con la Tofana, montagna assolutamente al 100% ampezzana e bellunese, spacciata per trentina? Vogliamo parlare poi della Marmolada (condivisa con il Trentino, il che non ne fa comunque una montagna interamente trentina), del Passo Giau o delle cime non trentine delle Pale di San Martino? Le violazioni sono centinaia, forse migliaia, e sono così diffuse che servirebbe un’ente preposto all’individuazione e denuncia di simili comportamenti scorretti formalmente e probabilmente passibili di denuncia per truffa.


La forte ed autoritaria presa di posizione dei Bellunesi è però il segnale che le cose di possono (e devono) cambiare: Trentino ed Alto Adige non sono sinonimo di Dolomiti, attrazione naturale Patrimonio UNESCO alla quale semmai partecipano, anche se la parte del leone è assegnata per forza di cose a Belluno, la Provincia delle Dolomiti per eccellenza. Le nuove generazioni si stanno mostrando molto più sensibili al tema della corretta attribuzione territoriale delle cime dei Monti Pallidi, una tendenza che fa ben sperare e che ci auguriamo continui a crescere; scema al contempo quella remissività che per troppo tempo ha caratterizzato le valli alpine del Veneto: la gente inizia ad alzare giustamente la testa di fronte alla scorrettezza dei vicini ed ad opporsi ai tantissimi casi di furto paesaggistico e natuale. Speriamo che anche la politica segua il trend di molti dei Bellunesi, adottando quelle misure di protezione territoriale e di marchio che vengono millantate ormai da troppo tempo. Tenere duro e lottare per le nostre montagne: questo è il nuovo imperativo che risuona nelle nostre valli. #stopstealingmountains

Concludiamo questo piccolo sfogo assieme al grande Alberto Angela, che salutiamo e per il quale ribadiamo la nostra stima: uno scivolone può capitare a chiunque, basta che si impari dai propri sbagli ad evitare il ripetersi di queste situazioni. Ripassiamo quindi assieme ad Alberto la suddivisione territoriale delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO con i dati ufficiali della Fondazione Dolomiti UNESCO:
E voi, cosa ne pensate? Fatecelo sapere lasciando un commento!
Nn ho ancora visto la puntata, lo faró. Rispetto a queste informazioni condivido che la mancanza di Angela sia grossolana. Condivido anche la necessità espressa di corrispondere attivamente, adesso e in tutti i futuri casi, alle insufficienze o alle negligenze specialmente quelle con conseguenze negative. Mi piacerebbe sapere chi ha scritto l’articolo, ne apprezzo l’intenzione e il “piglio”. Ciao
Ciao Eleonora,
grazie per aver partecipato alla discussione e per averci espresso il tuo punto di vista! Ci fa piacere apprendere delle nostre affinità di intenti e speriamo veramente che cresca nella collettività il senso della responsabilità verso il nostro bellissimo territorio. Grazie ancora e continua a seguirci!
Il team di agordinodolomiti.it
Buonasera,
ho letto con attenzione questo vostro articolo. Mi chiamo Marco Rosa, ho 32 anni e sono cresciuto a Trento ma da diversi anni ho potuto conoscere la meravigliosa provincia di Belluno. C’è stata occasione di poter vivere bellissimi momenti in alcune località delle Terre Alte. Sono una persona curiosa, aperta e “senza frontiere”. Ho un’attenzione profonda per le montagne. Sono rimasto davvero colpito dalle meravigliose “crode” dolomitiche. Sì, la provincia di Belluno ha la maggior percentuale delle Dolomiti. Mi sono messo in ascolto di tante persone delle vallate bellunesi, che mi hanno raccontato il loro vissuto, le loro speranze e anche le loro fatiche. Le Terre Alte sono meravigliose, hanno lasciato un segno profondo in me. Da alcuni anni, mi dedico all’orienteering…come attività che può valorizzare il territorio dal punto di vista turistico e culturale. Ci sono meraviglie da far conoscere, sempre più. Mi sono chiesto…cosa potevo e posso fare per essere di aiuto al mondo bellunese?
Nel mio piccolo, parlo a molti del mondo bellunese. Lo indico come un territorio da conoscere e…da aiutare davvero. Ho suggerito di iniziare un dialogo, così si è avviato un contatto tra la Valle del Biois e la Valle di Fiemme. Vi sono stati alcuni incontri, che hanno dato inizio ad un’amicizia.
In Agordino, ho potuto trovare buone persone. Semplici, accoglienti.
Nel mio piccolo, cercherò di essere di aiuto al mondo bellunese. Anch’io non sono d’acccordo in merito al fatto che le Dolomiti siano arraffate -per fini di marketing- da Trentino e Alto Adige.
Fate bene a lottare, anch’io appoggio la vostra buona battaglia.
Sono dell’idea che il mondo bellunese, a cui voglio molto bene, possa davvero avere uno sviluppo da tempo molto atteso. Sul fronte turistico, culturale, sociale…
Concludo così questo mio scritto: avere una mappa precisa e chiara di un territorio (paese e zona attorno), permette a turisti e anche residenti di compiere passeggiate in sicurezza e con gioia, in compagnia e ammirando delle particolarità e dei panorami che poi potranno rimanere nel cuore per lungo tempo.
Il mio vuole essere non solo un augurio, ma anche una promessa. Se con l’orienteering, magari partendo dall’Agordino, si potesse elaborare un progetto assieme…io sono disponibile con entusiasmo e semplicità, mettendo a disposizione le mie capacità. Un aiuto concreto, per poter aiutarvi.
Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione, rimango a disposizione.
Evviva l’Agordino, Evviva la provincia dolomitica di Belluno!
Marco
Ciao Marco,
grazie per le tue splendide parole e per aver condiviso le tue esperienze con noi; a noi piacciono molto le collaborazioni e sicuramente l’orienteering è un argomento che ci interessa molto! Facci sapere se qualcosa bolle in pentola e continua a seguirci!
il team di agordinodolomiti.it
Bel articolo ragazzi! Ciao clode
Ciao Clode,
grazie mille per il tuo feedback, vuol dire molto per noi!
Continua a seguirci!
Il team di agordino dolomiti.it
Nonostante anch’io abbia provato un primo impulso di rabbia, dopo aver visto “Meraviglie” del 17 gennaio 2018 dedicato alle Dolomiti, soprattutto quando Alberto Angela ha detto che Dino Buzzati era di quelle parti senza mai citare Belluno, poi, ho pensato: è solo colpa dei Bellunesi!
Siamo vittime di un pregiudizio storico e geografico ma che i Bellunesi stessi hanno contruibuito ad alimentare.
Ci è capitata una fortuna grandiosa: vivere in un territorio considerato patrimonio dell’umanità e non abbiamo fatto assolutamente nulla per promuoverlo, anzi.
Con il nostro atteggiamento di chiusura verso “il foresto” ci siamo sempre dimostrati schivi e sospettosi, a differenza dei nostri vicini.
Guido Piovene nel suo “VIAGGIO IN ITALIA” definisce Belluno “una delle zone depresse d’Italia” ed ancora, “Entità chiusa ed isolata, il Comune di questo tipo possiede boschi, malghe, pascoli, e pagate le spese pubbliche soccorre ai bisogni di tutti: legna da ardere o per costruire la casa, medicine, perfino grappa. E’ difficile che in questi nuclei entrino idee, come suol dirsi, avanzate”.
Feruglio l’autore della “GUIDA TURISTICA DEL CADORE ZOLDANO ED AGORDINO” ebbe a dire che gli fu molto difficile reperire informazioni poiché gli autoctoni, o non gliele davano proprio, oppure volevano essere pagati.
Quindi è vero, esiste un forte pregiudizio storico e geografico, sta ai Bellunesi però fare in modo di abbatterlo.
Ciao Valentina,
grazie per i tuoi spunti di discussione, sicuramente molto interessanti!
Effettivamente manca un pò il senso di collaborazione, questo è innegabile, ma manca anche un motivo comune per il quale ci sia il vantaggio di tutti nella collaborazione. Ci spieghiamo meglio: uno scrittore, riprendendo il tuo esempio, visita l’Agordino e chiede in giro informazioni per redigere una guida, che si presume scriverà per vendere. A chi spetta il ruolo di fornirgli le giuste informazioni? Ai privati, tipo una Guida Alpina? Certamente no. IL privato infatti pensa giustamente al proprio tornaconto, e non trae beneficio dal dare informazioni con le quali si guadagna il pane a terzi; un comune valligiano anche non è il giusto soggetto a cui rivolgersi, sempre ammesso che conosca la zona in cui vive, cosa che sicuramente non vale per tutti. Che dire allora di un operatore turistico quale un albergatore? Questo soggetto ha già abbastanza da pensare per portare avanti la propria attività, e sarà disposto a dare informazioni parziali e che comunque siano utili al proprio tornaconto immediato, rispetto che alla collettività (provato di persona, perciò parliamo con cognizione di causa). Uno sportello informativo allora? Ebbene queste entità sono, grazie alle mille riforme decisamente non a favore del turismo fatte in questi anni, a carico esclusivamente o in buona parte di privati, ad esempio dei singoli operatori turistici, e sono soprattutto locali, operano perciò a livello di valle, nella migliore delle ipotesi. Secondo te queste entità danno consigli allo scrittore su quello che si può fare nelle altre valli vicine, sempre ammesso che ne siano a conoscenza? Danno giustamente consigli sulla zona dalla quale ricevono lo stipendio. Allora la Provincia? Non esiste un organismo preposto a questo scopo. La Regione? La Provincia di Belluno conta circa 200.000 abitanti, un bacino di voti che viene eguagliato da una qualsiasi città della pianura, si veda Padova. Il gioco non vale la candela. Vediamo allora cosa succede “di là”.
La Provincia Autonoma, che ha facoltà sicuramente di modificare le normative locali ed ha possibilità economiche cospicue, decide di supportare un progetto e mette i soldi sul tavolo. Dice a tutti gli operatori: volete questi soldi? Si fa come diciamo noi o non prendete un euro; nessuna polemica, nessuna deviazione dalle linee ufficiali. Va da sé che tutti seguono le direttive, dapprima per convenienza, poi, vedendo crescere un marchio, tipo Val di Fassa, Val Badia eccetera, per convinzione. Con un simile sistema è molto più facile a) fare progetti a lungo termine che siano efficaci e lungimiranti e b) tenere i migliori tra i propri valligiani sul territorio, perché combattano per il benessere della propria valle dietro giusto compenso (cosa che da noi non succede, si veda la fuga delle nostre migliori teste).
Conoscendo qualcosa anche delle valli trentine e altoatesine, sappiamo che non è una magia se tutti lavorano assieme: è il potere della convenienza. Al di là di differenze culturali e linguistiche, si tratta di abitanti delle montagne molto simili agli Agordini, con i loro pregiudizi, i loro odi e le loro simpatie. Non concordiamo quindi appieno con quanto affermato da te, ovvero che sia una questione squisitamente dipendente dalla mentalità bellunese. Tra i Bellunesi (anche qui parliamo per esperienza diretta) ci sono persone preparatissime che fanno del bene per il proprio territorio ogni giorno, solo che si trovano da soli in un mare di voci diverse, diverse idee, progetti variegati e opachi. Ma ci sono anche da noi, quindi non siamo d’accordo di fare di tutta l’erba un fascio, è una concezione a nostro modesto modo di vedere autodistruttiva e improduttiva.
Siamo invece d’accordissimo con la tua frase conclusiva: è necessario che si faccia squadra, tutti, per abbattere ogni pregiudizio, e serve attenzione da parte dei cittadini per il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici, perché finanziamenti ne arrivano anche a Belluno, ma vengono troppo spesso spesi in progetti inutili e sterili. Perché non vigiliamo invece a) sulle persone che mettono mano a questi soldi e b) sul modo in cui questi soldi vengono spesi? Questa sarebbe una maniera immediata di porre rimedio all’attuale situazione. Tu cosa ne pensi? Facci sapere!
Grazie mille per il tuo input, continua a seguirci!
Il team di agordino dolomiti.it
PS: non abbiamo approvato prima il tuo commento perché non facciamo questo di lavoro, lo facciamo solo nel (poco) tempo libero, da qui il tempo di attesa!
Ciao la puntata “incriminata” l’ho vista: più passava il tempo e più mi domandavo “ma quand’é che parlano delle Dolomiti Bellunesi-Friulane??”.É come fare un servizio su Roma e dimenticarsi del Colosseo….non é credibile! Se si guarda in giro,comunque, sembra che esistano solo le valli di Fassa e Gardena e anche Cortina é considerata la perla delle Dolomiti (in generale,non Bellunesi…)!
Chi ama veramente le montagne non pensa certo ai confini regionali o provinciali,ma ignorare la parte bellunese e friulana in una trasmissione così importante é stata una mancanza da dilettanti.
Concludendo,secondo me la tutela dell’UNESCO é solo una pagliacciata inutile,si tutelano solo gli interessi di chi vuole sfruttare il territorio.
Ciao Milos,
grazie per il tuo contributo alla discussione! Che dire, siamo molto d’accordo con te, credo si capisse dal tono dell’articolo; è infatti questo che non si è capito e che non abbiamo digerito, le imperdonabili e gravi lacune che la trasmissione ha mostrato nei confronti delle Dolomiti tutte. Hai espresso benissimo quello che anche noi pensiamo. Grazie per aver detto la tua!
Sulla Fondazione Dolomiti UNESCO, seppur non potendo confermare (non conoscendo a fondo l’ente), diciamo che ci saremmo aspettati di più, in tutti questi anni, che qualche evento e qualche guida cartacea… anche visto che “di là” sono più esigenti. Vogliamo parlare poi dei cartelli con le cime UNESCO, posizionate in Agordino nei posti più nascosti e meno opportuni? Che dire di quello del Civetta abbandonato in cima al Duran, raffigurante la faccia opposta del Civetta??? A pensare male a volte si pensa bene.
Grazie per il tuo contributo e continua a seguirci!
Il team di agordinodolomiti.it
Grazie a voi per aver dato vita a questo spazio “Agordino Dolomiti”. Cercherò di farlo conoscere il più possibile.
Mi fa piacere che l’orienteering sia un argomento che vi interessa. Non mancherò di tenervi aggiornati. Entro metà febbraio, non mancherò di scrivervi via e-mail. Qualcosa si sta muovendo…ma occorre una condivisione. Considero l’importanza di mettermi in ascolto di chi vive e opera in Agordino, proprio perchè un progetto per riuscire ha bisogno di un coinvolgimento, di individuare obiettivi comuni e semplici e poi di vedere in concreto come…partire!
Quindi…a presto!
Marco
Ciao Marco,
grazie a te per averci resi partecipi delle tue iniziative, molto volentieri faremo del nostro meglio per supportare la tua attività e le tue passioni! Grazie di cuore e facci sapere!
Il team di agordinodolomiti.it
Buonasera,
ho spedito all’indirizzo e-mail dell’A.S.D. Dolomit Sport Republik una mail relativa l’orienteering e qualche proposta semplice per l’estate 2018. Aspetto impressioni. Grazie fin da ora.
Marco
Buonasera,
ho spedito poco fa, all’indirizzo e-mail dell’A.S.D. Dolomii Sport Republik, una mail relativa l’orienteering e qualche proposta semplice per l’estate 2018.
Aspetto impressioni. Grazie fin da ora.
Marco
Ciao Marco,
grazie mille, contatteremo l’Associazione e ti faremo sapere!
Il team di agordinodolomiti.it
Buonasera,
grazie davvero. Spero che possa nascere una collaborazione per proporre quest’attività in Agordino.
Nell’attesa di notizie, a presto.
Marco
Basta incensare Angela, manco fosse Iggy Pop! Trovatevi degli idoli degni ragazzi, gente come i Kiss, i Sex Pistols, gente che sfasciia le chitarre sulla testa dei matusa, gente che s**** insomma! Mi sembrate un comitato di pensionati! Siete deprimenti! Il carisma di che?! Ma avete una vaga idea di cosa sia il carisma?!?!
Ciao Mirko,
grazie per aver partecipato alla discussione, ci hai fatto ridere un bel pò!
L’oggetto dell’articolo non è però il carisma, ma la correttezza ed il rispetto dei confini istituzionali nell’ambito delle Dolomiti. Grazie comunque per averci fatto capire che il povero Alberto non incontra il tuo favore, ne prendiamo atto 🙂
Hai comunque ottimi gusti musicali, approviamo!
Grazie e continua a seguirci!
Il team di agordino dolomiti.it
Vi ringrazio per l’attenzione e per la vostra risposta che condivido in diversi punti.
Il mio intervento però puntava semplicemente ad individuare il perché esista un pregiudizio, ovvero le ragioni storiche che inducono chi si occupa di Dolomiti, anche in buone fede, a non riconoscerne il primato bellunese.
Un pregiudizio, in quanto tale, non nasce dall’oggi al domani ma ci vogliono decenni, secoli.
Considerate che la guida di Feruglio a cui mi riferivo è stata pubblicata nel 1910, mentre “Viaggio in Italia” è frutto di reportages letterari eseguiti da Piovene tra il 1953 e il 1956. E questo per citare solo due tra i piu’ noti e conosciuti esempi.
Ma per comprendere meglio alcune caratteristiche prettamente “bellunesi” bisogna tener presente come ben spiegato in “Turismo e sport nella provincia di Belluno durante il fascismo” di E. Da Rold, che la provincia di Belluno è stata creata nel periodo napoleonico mettendo insieme il Bellunese, la sub area meridionale e centrale geografica della provincia, con altre sub aree distinte e, tutt’oggi con forti sentimenti di distinzione come lo Zoldano, l’Agordino, l’Alpago fin dal Medioevo legate politicamente ed amministrativamente al Bellunese, ed il Feltrino ed il Cadore (che si distingue tra Cadore e Comelico), non soltanto come le prime, linguisticamente e/o culturalmente differenziate dal Bellunese, ma politicamente nel Medioevo, e fino al periodo napoleonico amministrativamente, separate da esso.
Abbattere un pregiudizio con radici così profonde non è una passeggiata, per decenni il nostro territorio montano si è spopolato non solo per l’emigrazioine d’oltre oceano o in paesi europei ma anche a favore delle aree urbane. Le amministrazioni, in primis hanno gravissime responsabilità per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione del territorio.
Consideriamo gli annosi ed irrisolti problemi relativi ai collegamenti, al trasporto pubblico, alle linee ferroviare chiuse e lo sfruttamento indiscriminato dei fiumi e dei torrenti per l’energia idroelettrica, in barba ad uno sviluppo sostenibile che difendesse le indiscusse bellezze naturali.
Non si guardi poi alle provincie autonome solo in forma di “invidia fiscale” ma anche e soprattutto alla capacità di far squadra.
Come dice il titolo di questo post: è una questione di “S”confini. Ma cosa s’intende dire con questo?
Limitarsi alla banale violazione dei limiti territoriali sarebbe riduttivo.
Vorrebbe dire ignorare il significato sociale che, nell’era di internet e web, si dovrebbe riconoscere nella suddivisione delle Dolomiti Unesco in “Sistemi”.
Se a qualcuno interessa questa prima considerazione, ho dedicato un dominio internet alla ricerca di condizioni socialmente adeguate ad avviare un “dialogo delle dolomiti”, con scopi diversi dal marketing territoriale che – da qualche decennio – organizza eventi chiamati “i suoni delle dolomiti”.
Al momento è un monologo. Non mi sono bastati 24 anni di residenza a Voltago Agordino per imparare a parlarne “non da foresto” … 😉
Credo sia meglio precisare che parlare “non da foresti” di mettere in relazione tra loro sistemi diversi, come se fossero “aperti”, al fine di condividere obiettivi comuni, non si può imparare da soli.
Non ho potuto imparare a farlo a Voltago ma neanche nella mia nativa Bologna o nei luoghi della mia passata vita lavorativa.
Aspetto ancora di contribuire a cominciare ad imparare usando il web in modo adeguato, diverso dalle pratiche correnti.
Vorrei chiedere agli Uffici Turistici dell’Agordino di indicarmi quali interlocutori potrei invitare a formulare una proposta collettiva d’iniziativa, che contribuisca ad affrontare concretamente il problema descritto con questo post.
Si potrebbe immaginare di avviare un “Dialogo delle Dolomiti” come “iniziativa agordina”, più sociale che marchettara, rispetto ai ben noti “Suoni delle Dolomiti trentine”. Ma se a immaginarlo sono solo io, allora è inutile parlarne.
Un sani … se vedon … da Bologna.
[nonno] luigi
In attesa di risposte ho immaginato di Avviare la Gestione di Nuove Esigenze ReD/Lazionali [AGNER Dialogo/Localizzazione] con una proposta alla redazione di volerelaluna.it.
La proposta richiederebbe però una politica “apartitica” ;-))
Ciao Luigi,
grazie per il tuo contributo alla discussione; scusaci ma non ci è chiara la tua domanda, ma se si tratta di un evento forse non siamo gli interlocutori giusti per la tua proposta. Ti va di spiegarci bene di cosa stai parlando?
Ciao Redazione,
sto cercando di esprimere, a volte parlando a volte scrivendo, la necessità di una iniziativa che soddisfi il bisogno di un modo di comunicare, diverso da quello che ci è stato dato dalla rete.
Riesco sempre, comunque, a perdere i miei potenziali interlocutori.
Ci possono essere obiettivi, come aprire una nuova via verso la cima di una montagna, che non hanno bisogno di spegazioni?
Che hanno bisogno di fare incontrare persone capaci di percepirli e di sentirso disponibili a condividerli?
Faccio un esempio.
Il bisogno dei ricercatori scientifici di usare super computer, quando non erano ancora in rete, non poteva essere soddisfatto da una singola università.
L’obiettivo dei ricercatori fu percepito da un numero sufficente di università e si costituì un consorzio per affrontare costi e rischi in modo adeguato.
Cosa è cambiato, in termini di nuovi bisogni, non solo della ricerca scientifica [che ha imparato a cavarsela benissimo], da quando i computer sono in rete?
Chi dovrebbe condividere la ricerca del modo adeguato di affrontare le diverse difficoltà, connesse con le attuali pratiche d’uso dei siti web, che ostacolano la condivisione di obiettivi come la tutela di un territorio?
Per affrontare questo tipo di domande non si può partire da una spiegazione, come non ci fu bisogno di spiegazioni per far nascere, nel 1969, un consorzio interuniversitario per il calcolo elettronico.
Forse si dovrebbe pensare a un consorzio inter-redazioni di siti che indirizzano aspetti diversi della tutela di un territorio.
Cercherò di mettere in evidenza, sulla mia pagina web “di lavoro”, perché l’Agner per me è una metafora. Sperando possa servire a chiarire.
Grazie e perdonatemi se non riesco a farmi capire.