Piaia – Ciamp – Bramezza – Alleghe
Emozioni primaverili all’Ombra del Civetta nel Cuore delle Dolomiti
Agordino Dolomiti
“[…] improvvisamente il Civetta si alzò davanti a me come un meraviglioso fantasma, drappeggiato nella nebbia su uno sfondo di luce. Lo pensai allora, per semplice ampiezza e altezza, per simmetria di contorno, per unità d’effetto, la montagna più ideale e maestosa che avessi mai visto; e la penso ancora così”.
Così la Edwards descriveva al pubblico inglese ed europeo il Monte Civetta, quasi 150 anni fa nel suo famoso Untrodden Peaks and unfrequented Valleys. Sicuramente, da allora, di acqua sotti i ponti ne è passata parecchia; le nuove tecnologie ci permettono di spaziare in pochi istanti in ogni angolo della terra, accedendo quasi istantaneamente a tutte le bellezze che la Terra offre con una ricchezza incredibile di video, foto, descrizioni e chi più ne ha, più ne metta. C’è la possibilità, un tempo preclusa ai più, di spostarsi praticamente in ogni luogo, e soprattutto, in non più di una giornata di viaggio.
E pur tuttavia, malgrado le tantissime meraviglie che il nostro Pianeta ci offre, le Dolomiti sono tra quelle bellezze sublimi ed intramontabili che continueranno per molto tempo ad esercitare un fascino incredibile e magnetico sull’umanità, sapendoci sempre sorprendere con tutta la forza della loro sbalorditiva grandiosità.
Oggi parliamo di un bel giretto post-quarantena tra le cime del Gruppo della Marmolada, un trekking che ha per protagonista proprio lui, il Monte Civetta, “the Wall of the Walls”. Lo facciamo nella speranza che il nostro piccolo articolo vi trovi tutti in salute dopo l’epidemia che ha sconvolto il mondo per mesi; e con la speranza di poter tornare ad accogliervi presto qui da noi in Agordino, nel cuore selvaggio delle Dolomiti UNESCO.
Ci accompagna nel nostro tour odierno il nostro super Mauro Vattai, Accompagnatore di Media Montagna UIMLA iscritto al Collegio del Veneto, grande amico e contributor di vecchia data del nostro blog, al quale vanno i nostri ringraziamenti per un’altra meravigliosa esperienza escursionistica e per la generosissima ospitalità.
Mauro è un grande esperto della zona delle Dolomiti UNESCO (e non solo), ma è particolarmente di casa qui, tra le cime del Gruppo della Marmolada, dove erra estasiato ed instancabile praticamente dal giorno in cui ha imparato a camminare. Questo giovane Agordino è sicuramente un valore aggiunto a qualsiasi escursione nel Cuore delle Dolomiti, ed oltre ad essere professionalmente formato per le mansioni di accompagnamento è una persona di interessi molto vari e di grande cultura, il chè rende ogni uscita con lui particolarmente bella ed interessante. Se cercate una Guida qualificata in Agordino per le vostre uscite, Mauro è sicuramente il nostro consiglio, che siamo certi non vi lascerà delusi (trovate i suoi contatti cliccando qui). Un ringraziamento sentito va quindi a lui, senza del quale questo tour avrebbe deficitato certamente della splendida compagnia e della passione che mette nel suo lavoro.
Una giornata carica di sole e dalle temperature decisamente estive ci accoglie nel meraviglioso Comune di San Tomaso Agordino, che per noi è sempre una gioia visitare. Scrigno di molti tesori poco conosciuti ma interessantissimi, San Tomaso è uno di quei luoghi fuori dal mondo in cui il vero fascino delle Dolomiti si conserva intatto, lontano dalla plastica e dal conformismo di località turistiche più blasonate. Per approfondire ciò che questo villaggio delle Dolomiti UNESCO sa offrire al visitatore, potete consultare la nostra pagina dedicata (clicca qui).
Raggiungiamo l’impervia frazione di Piaia, sovrastata dalla mole gigantesca di Civetta e Pelsa. La salita a Ciamp (e al Rifugio Sasso Bianco) dalla frazione di Piaia si svolge nel primo tratto su ampia carrabile sterrata. La pendenza è piuttosto marcata e ci fa sudare fin dalla partenza (sono circa 700 i metri di dislivello che separano Piaia da Ciamp su un sentiero abbastanza corto). Rimaniamo però piacevolmente impressionati sia dalla vista sul Civetta (vetta che ci accompagnerà maestoso per tutta l’escursione), sia dalle vedute aeree sui paesini e le cime della Val Cordevole e della Conca Agordina. Guadagnamo velocemente quota sotto un sole primaverile molto piacevole e caldo.
Superate le ultime abitazioni arroccate su questi pendii, ci troviamo immersi in un ambiente alpino molto suggestivo, con adorabili ripari alpini circondati da splendidi boschi di larice. Proprio questi boschi ci appaiono sfoltiti dalla tempesta Vaia, non sempre negativamente per quanto riguarda la fruizione dell’ambiente (le foreste sono ora più ariose, liberate dagli abeti piantati dall’uomo nel corso di sfortunate politiche di rinverdimento del passato). Relativamente al lavoro fatto nel post alluvione su questa strada, va detto che in ogni tratto il sentiero è stato sistemato nel migliore dei modi, con particolare cura per le indicazioni e la rimozione degli schianti. Un sincero ringraziamento va quindi a tutte le persone che hanno saputo rimettere ordine con il loro impegno dopo un evento, quello di Vaia, che ha segnato particolarmente il Comune di San Tomaso Agordino.
Abbandonata la strada carrabile, proseguiamo sul sentiero che si fa splendida traccia alpina, transitando su costoni illuminati con vista spaziosa sulle nostre Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, in suggestive vallette opera di corsi d’acqua e in piacevoli e profumati boschi di conifere. Anche qui le indicazioni non mancano mai ed è virtualmente impossibile perdersi.
Il Monte Civetta ci regala alcune delle vedute più spettacolari sulla sua famosa faccia nord-occidentale (il famoso “Regno del 6° Grado”). In poche altre zone dei dintorni, la montagna simbolo delle Dolomiti UNESCO ci appare così ben distesa davanti agli occhi ma al contempo così vicina da poterla quasi toccare. Già solo queste vedute dovrebbero convincere anche i meno avvezzi alla fatica a spingersi in questi luoghi carichi di genuino fascino dolomitico.
Ed eccoci infine giunti al pianoro di Ciamp. L’emozione che proviamo nel raggiungere quest’eremo dolomitico è esaltata dalla particolare luce del pomeriggio, luce che dona alla località una parvenza paradisiaca e bucolica. Al nostro arrivo ci sentiamo proiettare in un luogo senza tempo dove ogni amante della montagna non può che sentirsi galvanizzato ed entusiasta.
Ci accolgono in questo stupendo angolo delle Dolomiti UNESCO le splendide baite di Ciamp, frutto del recupero accorato delle famiglie locali, disposte amabilmente su un pascolo curatissimo e meraviglioso. La calorosa accoglienza che riceviamo da parte dei frequentatori del luogo è un altro importante valore aggiunto, un’accoglienza che traspare dai gesti semplici ma carichi di significato propri della migliore tradizione di ospitalità dolomitica genuina e disinteressata. E, naturalmente, ci appaga un contesto naturale eccezionalmente bello, dominato dal Civetta e dalle circostanti cime del Gruppo della Marmolada.
Al mattino, zaini in spalla, ci dirigiamo verso Bramezza. L’andatura non è certo da prestazione sportiva, infatti ci fermiamo spesso ad ammirare il panorama o a discutere di qualche storia o leggenda di montagna, in questi luoghi che sono infatti carichi di racconti interessanti legati al folclore dolomitico. Incontriamo diversi escursionisti sui sentieri del Sasso Bianco, malgrado le limitazioni alla mobilità fuori regione, un segnale che speriamo sia positivo per i nostri operatori turistici che si troveranno a breve a dover affrontare una stagione estiva carica di incertezze.
La zona del Sass Bianc si conferma come uno dei punti d’osservazioni più completi per ammirare i Sistemi Dolomiti UNESCO del territorio Agordino e non solo. La vista spazia libera sulle Dolomiti Settentionali, sulle Dolomiti Friulane, sulle Pale di San Martino, sul Pelmo e il Passo Giau e naturalmente sul nostro amato Civetta – Pelsa – Moiazza, uno dei simboli più potenti del nostro territorio.
La camminata in quota è veramente piacevole, soprattutto se siete in buona compagnia. Si vedono in questo tratto veramente un sacco di cime e una sfilza di panorami da cartolina. E soprattutto c’è lui, il Civetta, la divinità ancestrale, magnifica e spaventosa, che ci guida alla scoperta del mistico regno dei Monti Pallidi.
Approcciamo quindi la famosa strada, della quale avevamo già parlato nel precedente articolo sul Sasso Bianco (clicca qui), che sovrasta l’impressionante Frana del Monte Piz. Se non siete pratici della zona agordina, si tratta del poderoso smottamento che, chiudendo a valle la gola del Cordevole, ha originato il Lago di Alleghe (per approfondire, potete visitare la sezione dedicata cliccando qui). Il sentiero, oggetto di opere di adeguamento nel 2013, è molto impressionante in quanto fiancheggia il poderoso fronte franoso del Piz, dal quale una notte di gennaio 10 milioni di metri cubi di roccia decisero di spostarsi a valle in pochi secondi. Una vista che fa rabbrividire al pensiero, ma un evento cataclismatico che ci ha regalato un lago, quello di Alleghe, tra i più belli ed accessibili delle Dolomiti UNESCO.
Una ripidissima discesa ci proietta poi in pochissimo tempo a Casera Bur. Ritroviamo con piacere questo luogo, sempre aperto al pubblico gratuitamente come tutte le casere in Agordino (clicca qui per vedere l’elenco completo) e collocato in un contesto paesaggistico veramente stupendo. Vedere per credere.
E poco dopo, eccoci a Bramezza. Il celebre “villaggio turco” (più una leggenda metropolitana che storia, ma comunque interessante. Per approfondire potete visitare la nostra pagina dedicata) ci accoglie con tutto lo splendore della sua vista meravigliosa sul Lago di Alleghe e sul nostro maestoso Monte Civetta. Una vista che ci emoziona e che consigliamo a tutti gli ospiti di Alleghe, vista la prossimità col fondovalle. Ne vale veramente la pena!
Rientriamo ad Alleghe in mezz’oretta sulla classica strada che passa per Saviner di Calloneghe, trovando il capoluogo della Val Cordevole fortunatamente animato da ospiti, malgrado le misure ancora fortemente limitative della fase 2.
Segnali positivi all’ombra delle Dolomiti nel post quarantena. In attesa di sapere come si evolverà la situazione, gli albergatori e gli operatori turistici si preparano ad adeguarsi a quella che sarà una stagione decisiva e si organizzano comunque fiduciosi per l’avvio ufficiale di stagione. E seppure permane l’incertezza di un momento molto particolare per tutti, ovviamente, è bello tornare a vedere un certo dinamismo e muoversi un pò per godere delle bellezze che la natura ci regala. E chissà che, alla fine, la stagione estiva nelle Dolomiti non si riveli un successo; o quantomeno, questo è il nostro augurio per i nostri operatori.
Il trekking oggetto di questo piccolo articolo, che speriamo vi sia piaciuto, è una semplice escursione in una delle tante, meravigliose zone dell’Agordino, Cuore delle Dolomiti. Si tratta di un’escursione fattibile anche in una sola giornata, ed il rientro a San Tomaso è garantito in estate dai servizi di trasporto locali, sia pubblici che privati. Di cose da vedere e da provare ce ne sono un’infinità qui, e vi attendiamo numerosi, come ogni estate, per scoprirle assieme a voi. Per chi abbia piacere di farsi accompagnare da personale competente alla scoperta dei sentieri della zona, non possiamo che consigliarvi di rivolgervi alle Guide locali, tra cui il bravissimo Mauro, che oltre a guidarvi nei posti migliori sapranno anche arricchire la vostra esperienza di interessanti aneddoti e chicche storiche e culturali.
Come sempre, vi invitiamo a lasciarci un commento qui sotto se avete curiosità, se l’articolo vi è piaciuto o se avete piacere di condividere con la nostra Community qualche ricordo o emozione legata alla montagna e alle Dolomiti. Ci sentiamo presto sulle pagine del blog per nuove, emozionanti avventure dal Cuore delle Dolomiti – A presto amici!
Buongiorno, volevo chiedere un’informazione: in quante ore è percorribile questo percorso?
La ringrazio
Ciao Arianna,
grazie per la tua domanda che sarà utile anche ad altri lettori!
Premettendo che dipende dal tuo passo in montagna (quindi allenamento, predisposizione a camminare in montagna, resistenza al dislivello, ecc.), guardando le tempistiche “ufficiali” ci vuole circa una giornata di escursione (le tabelle che vedi in loco indicano almeno 2 ore da Piaia al Rifugio Sasso Bianco e 3-4 ore per la distanza tra il Sasso Bianco ed Alleghe). Se hai dubbi o domande più specifiche, non esitare a contattare gli uffici turistici del territorio, saranno lieti di aiutarti!
Grazie mille e continua a seguirci!
Il team di agordinodolomiti.it