Don Antonio Della Lucia
L’unione fa la forza
Don Antonio Della Lucia (1824 – 1906) è una tra le personalità storiche Agordine più prominenti e celebri, anche a livello Nazionale; la portata delle sue intuizioni fu così lungimirante da fare dell’Agordino un modello produttivo da seguire per molti altri luoghi rurali d’Italia e non solo. Per la passione per il proprio territorio, l’impegno sociale e la dedizione al lavoro ed alle sue genti delle Dolomiti, Don Antonio Della Lucia è ancora oggi vivo nella memoria collettiva ed il suo ricordo è celebrato da memoriali posizionati in diversi punti del nostro territorio.

Antonio Della Lucia nacque a Frassenè Agordino (abitato del Comune di Voltago Agordino in Conca Agordina, Provincia di Belluno) nella frazione di Vich, nell’anno 1824. La sua era una famiglia numerosa, di umile estrazione, che come tante altre si dedicava all’agricoltura con fatica e perseveranza. Oltre a dimostrarsi volenteroso ed operoso, Antonio mostrò fin da giovanissimo curiosità ed intelligenza; doti che lo spingevano, com’era normale al tempo, verso la formazione in seminario. Ad ostacolarlo però nell’intraprendere questa strada erano le estreme condizioni di miseria in cui si trovava la famiglia, che non poteva permettersi né di rinunciare alla sue sue braccia, né tantomeno di sobbarcarsi spese per i trasferimenti e la sua istruzione.
Il giovane si mostrava però meritevole e promettente, tanto che le famiglie di Frassené decisero di contribuire come potevano alla sua istruzione. Grazie alla generosità dei suoi concittadini, Don Antonio riuscì quindi a studiare a Venezia e successivamente al seminario di Belluno, dove nel 1849 venne ordinato sacerdote al termine della formazione religiosa. L’investimento, come vedremo, sarà ampiamente ripagato, ed è interessante pensare che proprio il fatto che fosse la generosità dei suoi concittadini ad aprirgli le porte al suo sogno abbia contrassegnato la futura opera del giovane Antonio.

All’inizio della sua carriera di prelato, il giovane Antonio fu affiancato al sacerdote Don Martino Ghetta, parroco della comunità di San Tomaso Agordino, a cui subentrò poi nel 1856 come sacerdote amministrando la parrocchia dell’Alto Agordino per quattro anni. L’esperienza sacerdotale in compagnia di Don Ghetta fu, a quanto si evince dalle biografie,veramente edificante, e fece entrare Don Della Lucia in contatto con il mondo del sociale e del soccorso concreto ai membri della comunità. Nel 1860 Don Antonio Della Lucia fu trasferito a Canale d’Agordo dove rimase come parroco per quasi 40 anni.
Parallelamente a curare l’aspetto spirituale della sua comunità, Don Antonio Della Lucia fu un acceso partiota italiano, tanto da inimicarsi la polizia austriaca e da farsi considerare da questa un sobillatore; siamo infatti negli anni della subordinazione del territorio veneto all’ingerenza dell’Austria successiva al Congresso di Vienna. Per sfuggire alle pressioni degli austriaci, Don Antonio fu costretto anche riparare per qualche anno in Toscana, per rientrare in Agordino solo dopo l’Unità d’Italia.
Le opere e le intuizioni per le quali Don Antonio Della Lucia può considerarsi un personaggio geniale ebbero inizio nel 1868 con la fondazione a Canale d’Agordo del primo asilo rurale della Provincia di Belluno, ovvero di un istituto per bambini fino agli 8 anni; inoltre sua fu l’invenzione delle biblioteche itineranti (a quella di Canale d’Agordo seguiranno quelle di Caviola e Vallada Agordina) per incentivare la lettura, e quindi la conoscenza ed il miglioramento delle condizioni di vita nella sua comunità.

Non solo: sua fu l’opera di diffusione dell’ideale di cooperativismo tra la forza lavoro agordina per migliorare le condizioni di vita di tutti. L’idea consisteva nel concetto in base al quale l’unione fa la forza, un principio di matrice socialista ma che era pienamente applicabile anche alla comunità; consorziando la forza lavoro di tanti piccoli allevatori si poteva abbattere le spese ed incrementare la produzione, nonché migliorare il sistema di distribuzione delle merci. Se prima un contadino doveva provvedere da solo al funzionamento della stalla, alla produzione dei latticini ed alla vendita degli stessi in un mercato comunque estremamente angusto e locale ed in cui era difficile emergere, col sistema corporativo si sarebbe potuto ottimizzare le spese, migliorare i metodi di vendita e trarne concretamente ricchezza e soddisfazione per tutti.
In quest’ottica si prodigò per la fondazione della prima cooperativa di consumo a Caviola nel 1871 e per la prima società di mutuo soccorso a Carfon (Canale d’Agordo); per vincere le resistenze dei contadini della Val Biois, ostici ad abbandonare i metodi tradizionali ed ad associarsi per produrre e smerciare i prodotti caseari, Don Antonio Della Lucia si trasformò egli stesso in casaro: acquistava il latte dagli allevatori e lo lavorava nei locali della parrocchia. Visti gli ottimi risultati, il sacerdote convinse la maggior parte dei produttori locali a consorziarsi e fondò la prima latteria cooperativa d’Italia a Canale d’Agordo l’8 Gennaio 1872.

La notizia venne ampiamente trattata dai quotidiani dell’epoca ed il Ministero per le Politiche Agricole si prodigò affinché simile esperienza si ripetesse su tutto il territorio nazionale. Don Antonio Della Lucia venne nominato Cavaliere del Regno d’Italia da Vittorio Emanuele II nel 1878, mentre le latterie cooperative si spargevano a macchia d’olio in tutta la Provincia ed i contadini raccoglievano con soddisfazione i primi frutti del nuovo sistema produttivo.
Don Antonio si spese poi per la fondazione di una Federazione delle Latterie Agordine che vide la luce nel 1888 e di cui fu presidente dal 1890; dal 1894 Don Della Lucia fu inoltre membro del Consiglio Superiore dell’Agricoltura. La Federazione delle Latterie Agordine ricevette due encomi all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1895 e potè iniziare anche grazie alla fama derivatane a commercializzare i propri prodotti in tutta Italia ed all’estero; la produzione fu ulteriormente ampliata e fu fondata la sede della Federazione ad Agordo, nell’edificio che attualmente ospita l’Unione Montana Agordina.
Ritiratosi a vita privata a Caviola (Falcade) nel 1898, Don Antonio si spense nel 1906 all’età di 82 anni.
