Valle di San Lucano
Taibon Agordino | Agordino Dolomiti
Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO
La Valle di San Lucano [Vàl de Sàn Lugàn in dialetto agordino] è una splendida oasi naturale, pressoché intatta e pochissimo abitata, che si estende dal centro abitato del Comune di Taibon Agordino, a cui la valle appartiene, in Provincia di Belluno, Regione Veneto. Si tratta di uno dei luoghi simbolo delle Dolomiti Patrimonio UNESCO ed una delle mete assolutamente da visitare in zona.
La Valle di San Lucano si estende alla base del suggestivo Altopiano delle Pale di San Martino nel superlativo contesto paesaggistico della Conca Agordina, nel cuore geografico delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO.

Lunga circa 7 chilometri, la Valle di San Lucano è identificata dal corso del Torrente Tegnàs, affluente del Cordevole. Meta amatissima delle Dolomiti ed al contempo segretamente custodita, la Valle di San Lucano è una perla paesaggistica e naturale unica nel panorama delle Alpi, un tesoro incontaminato che vale assolutamente la pena di scoprire.



Valle di San Lucano
Caratteristiche & unicità
La Valle di San Lucano è un luogo molto particolare delle Dolomiti UNESCO, capace di un grande impatto sul visitatore che si appresti a visitare questo luogo per la prima volta. La caratteristica unica di questo luogo, e quella che per prima salta all’occhio dell’ospite, è la verticalità delle pareti montuose che cingono la valle per tutta la sua lunghezza: la Valle di San Lucano si estende infatti tra le imponenti moli delle Pale di San Lucano (2406 m) e dell’Agner (2872 m), entrambe vette delle famosissime Pale di San Martino, nell’ambito del 3° dei 9 sistemi delle Dolomiti riconosciute e tutelate dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, ovvero quello delle Pale di San Martino, San Lucano, Vette Feltrine e Dolomiti Bellunesi.
Pur essendoci valli nel mondo più profonde di questa, sembrano essere poche quelle che possono vantare un rapporto simile tra altezza delle pareti montuose e larghezza della valle. Un luogo che sa affascinare e ricordarci quanto siamo piccoli di fronte alla Natura: provare per credere!

Pochissimo abitata dall’uomo ed assolutamente scollegata da logiche turistiche per le masse, la Valle di San Lucano è una zona eccezionale per l’osservazione della natura e di numerosissimi animali delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO nel loro ambiente naturale, ad esempio volpi, caprioli, rapaci alpini. Sono molti i fotografi naturalistici che scelgono questa valle per i loro servizi fotografici, avendo la possibilità con poco sforzo di lasciare completamente la civiltà alle spalle ed entrare in un mondo totalmente dominato dalla Natura.


Un ulteriore valore aggiunto per la Valle di San Lucano è costituito dalla presenza del famoso “Cor” (“il Cuore”) sulla Pala dei Balconi; si tratta di un cuore di dolomia, perfettamente formato, che domina la valle e che rappresenta uno dei più potenti simboli dell’Agordino e delle Dolomiti in generale. Se siete amanti delle escursioni impegnative e delle Dolomiti UNESCO, El Cor è di sicuro una delle attrazioni che non potete assolutamente mancare di visitare!

Ma sono tantissime comunque le attrazioni naturali da visitare in questa valle: la Cascata dell’Inferno, le Cascate di Pont, la Foresta Demaniale di Malgonera, la Val d’Angheràz e le sorgenti del Tegnàs, il biotopo delle Peschiere, la Grotta di San Lucano, solo per citarne alcune. Un luogo magico e tutto da scoprire!



Valle di San Lucano
Sport & attività
La parete nord del Monte Agner, a picco sulla Valle di San Lucano, costituisce con i suoi 1000 metri di strapiombo la parete verticale più estesa delle Dolomiti e la seconda parete verticale nelle Alpi: a motivo di questa peculiarità, l’Agner è diventato negli ultimi anni una delle mete più ambite nelle Alpi per i fanatici della tuta alare, oltre che rimanere un nome emblematico e fortemente accattivante nel mondo dell’arrampicata sportiva.
Proprio relativamente all’arrampicata, la Valle di San Lucano è una zona tattica per gli alpinisti impegnati nelle vie di arrampicata dell’Agner (il Gigante delle Dolomiti) e le Pale di San Lucano, e molti sono gli appassionati di questo sport che decidono di risiedere qui quando sono in zona.
La valle offre moltissime passeggiate per tutti i livelli, da quelle facili e con dislivello minimo fino alle vere e proprie escursioni alle Pale di San Lucano, all’Altopiano delle Pale, alla vicina Val Biois ed all’Agner. Sono raggiungibili dalla Valle di San Lucano moltissime malghe e bivacchi nelle circostanti Dolomiti UNESCO e la zona è molto popolare per l’escursionismo estivo, soprattutto tra ospiti di nazionalità Italiana, Tedesca e Britannica.

Negli ultimi anni, grazie al lavoro delle Guide Mountain Bike Dolomites Heart, numerosi sentieri della Valle di San Lucano sono stati finalmente tabellati e messi in sicurezza, rendendo questa splendida valle una zona adatta alla pratica della mountain bike al grande pubblico con informazioni chiare e facilmente accessibili (clicca qui per leggere il nostro articolo sull’iniziativa di Dolomites Heart). L’escursione dal Rifugio Rosetta alla Valle di San Lucano resta comunque una delle esperienze assolutamente da non perdere se amate le MTB e le Dolomiti UNESCO (leggi qui il nostro articolo dedicato a questo tour: clicca qui).

In inverno, grande successo raccoglie l’iniziativa patrocinata dal Comune di Taibon Agordino “Caspinvalle“, una divertente passeggiata di qualche chilometro con le racchette da neve lungo un sentiero in neve battuta nella Valle di San Lucano. Alcune zone alle pendici delle Pale di San Martino possono essere però insidiose in inverno, è bene quindi informarsi sempre presso gli Ufficio Turistici preposti (contatti in calce) sulle condizioni meteo e della neve e valutare di richiedere l’intervento di una Guida di Media Montagna o una Guida Alpina a sostegno delle vostre avventure invernali nella zona.

Malgrado l’essenza fondamentalmente intatta e pristina della valle, la Valle di San Lucano è stata oggetto di alcuni interventi di miglioramento negli scorsi anni, comunque molto discreti e rispettosi per il luogo, volti alla valorizzazione turistica dell’area: la zona del Laghetto delle Peschiere è stata dotata di una nuova area picnic con tavoli in legno con tettoia e griglie, ed anche la passeggiata attorno al laghetto è stata rinnovata. Anche le due aree picnic lungo la valle sono state ristrutturate, e la località Col di Pra è stata dotata di un ampio parcheggio e di un’area camper.


Valle di San Lucano
Storia & Cultura
La Valle di San Lucano è un luogo interessante non solo dal punto di vista naturale. La zona è legata alla figura di San Lucano, antico Santo cattolico tra le figure più emblematiche della storia delle intere Dolomiti UNESCO.
Nel giorno dedicato a San Lucano (il 20 Luglio) o nei weekend a ridosso della ricorrenza gli abitanti di Taibon Agordino organizzano una festa paesana nei pressi della chiesetta di San Lucano con musica, piatti tipici locali, dimostrazioni di artigianato locale e giochi per bambini. Se siete in zona, fermatevi a mangiare un buon panino col Pastim ed a godervi la festa. Consulta il nostro Calendario Eventi per rimanere sempre aggiornato sugli eventi in valle!
Una popolare leggenda agordina legata alla Valle di San Lucano è quella della Bisa Bianca (o Bissa Bianca). La leggenda, probabilmente ispirata ad oscuri fatti storici, narra in chiave allegorica la cacciata dalla Valle di San Lucano dei serpenti e della terribile Bisa Bianca (Serpe Bianca), un enorme rettile archetipico e spaventoso. Clicca qui per leggere la leggenda completa.

San Lucano, l’Apostolo delle Dolomiti
Sul santo che ha dato il nome a questo luogo, ovvero su San Lucano, esistono moltissime leggende popolari tramandate dal folklore locale attraverso i secoli. Si tratta ovviamente di fantasticherie sulle quali la gente del luogo ha ricamato per generazioni, ma sono storie interessanti che completano la conoscenza della zona e del folclore locale. Una di queste leggende su San Lucano narra del mitico viaggio che il santo avrebbe intrapreso verso Roma per incontrarsi con Papa Celestino a seguito della minaccia di scomunica ricevuta (vedi sotto). San Lucano sarebbe partito da Taibon in groppa ad un asinello, ma sarebbe giunto a Roma in groppa all’orso che, lungo il cammino, gli avrebbe sbranato l’asino. Giunto in Vaticano, San Lucano sarebbe comparso davanti al Pontefice a cavallo dell’orso e avrebbe appeso il proprio mantello ad un raggio di sole che entrava dalle finestre, donato al pontefice alcune pernici che riposavano sulle sue spalle. Il pontefice, ammaliato dalla visione, gli avrebbe detto “Vai, Lucano, tu sei più santo di me“.
Un’altra curiosa leggenda locale narra della cacciata dei serpenti dalla Valle di San Lucano, al tempo talmente ricca di rettili da essere chiamata “Val Bissera“. San Lucano avrebbe trascorso la maggior parte del tempo nella località di Col in estrema povertà ed in ritiro ascetico, abbandonando la solitudine solo per scacciare i serpenti e per convertire le genti del posto. La leggenda, come molte altri, affonda le radici in un fatto non aleatorio ma concerto: nella Valle di San Lucano esistono pochissimi serpenti, che sono invece relativamente diffusi nel resto delle Alpi.
Ancora, un’altra leggenda narra del un terribile incontro tra San Lucano e Satana. Il Maligno ed il Santo si sarebbero affrontati in cima alle Pale di San Lucano in un tremendo scontro. Il Santo sarebbe infine riuscito, invocando la Santissima Trinità, a scagliare Satana giù dalla cima verso la Valle di San Lucano. Il diavolo si sarebbe schiantato sulla parete creando la grossa macchia rossa ancora oggi visibile sulla seconda delle Pale di San Lucano. Sceso in volo dalla montagna, San Lucano avrebbe posizionato le dita su un masso che si sarebbe fuso lasciando indelebili le impronte del santo. In quel luogo sorge oggi il capitello dedicato a San Lucano, visibile sulla strada della Valle di San Lucano.
Un’altra leggenda narra che, alla morte del Santo, si stava provvedendo a spostare la salma verso Belluno per darle degna sepoltura nel duomo del capoluogo; giunta la comitiva all’altezza più o meno di Ponte Alto, nessuno sarebbe più stato in grado di muovere la salma, bloccata come per un sortilegio in quel luogo. Solo tagliando il braccio del santo, esposto dal santo stesso, e seppellendolo in quel luogo, si riuscì a riprendere il viaggio. Nel luogo del presunto fatto sarebbe poi stato edificato un capitello (atriòl in dialetto basso agordino), ancora oggi presente in prossimità della rotonda di accesso ad Agordo da sud sulla SR203.

La figura storica di San Lucano
San Lucano (o ‘Lugano’ in volgare) fu un vescovo cristiano cattolico vissuto nel IV-V Secolo e riconosciuto santo dalla Chiesa Cattolica Romana. Il suo culto è molto diffuso nella zona orientale delle Alpi, ed è pertanto noto con l’appellativo di “Apostolo delle Dolomiti“. Malgrado alcuni dati storici a nostra disposizione, peraltro incerti, gran parte di ciò che riguarda l’esistenza terrena di San Lucano giunge a noi distorto dalla lente delle tante saghe e leggende del periodo medievale.
All’origine Vescovo di Sabiona (Chiusa d’Isarco-Bressanone nell’attuale Alto Adige), San Lucano avrebbe consentito ai propri fedeli di nutrirsi di prodotti caseari durante la Quaresima, atto per il quale fu invitato a Roma da Papa Celestino I per dare delle spiegazioni. In questo contesto si situa la leggenda del viaggio verso Roma riportata qui sopra. Altre fonti lasciano intuire che invece si trattò di un viaggio a Roma mosso da una denuncia da parte del santo verso i malcostumi del Vaticano o dalle antipatie di alcuni nemici (forse aderenti all’eresia ariana). Fatto sta che il santo, perseguitato ed inseguito, si sarebbe recato dapprima a San Lugano di Trodena in Val di Fiemme e quindi in Agordino in Val del Tegnas (ora appunto Valle di San Lucano ed al tempo nota, secondo la leggenda, come Val Bissera o Serpentina), vivendo in ritiro mistico in una caverna sopra il villaggio di Col di Pra ma praticando tuttavia sempre l’evangelizzazione delle genti locali.
Alla morte di San Lucano (22 Giugno tra il 430 e il 440) il santo sarebbe stato sepolto nella chiesa di San Lucano in Val di San Lucano e da qui spostato a Belluno nel 1307; le spoglie del santo sarebbero poi state portate a Bressanone nel 1658.


San Lucano sarebbe stato servito in vita da un’unica persona, la Beata Vazza; in cambio dell’insegnamento della fede religiosa, la Vazza avrebbe adempiuto ai pochi bisogni materiali del sant’uomo. Narra un’altra strana leggenda che un giorno d’estate la Beata Vazza sarebbe stata assetata e che se ne sia lamentata col santo; dopo averla rimproverata, San Lucano avrebbe battuto col bastone una roccia facendone sgorgare una fonte, ancora oggi meta di pellegrinaggio.
Per quanto riguarda questo secondo personaggio, la Vazza o Avazia, la genesi quasi certamente longobarda del nome tende a posticipare la vita di questa donna di qualche secolo rispetto all’epoca di San Lucano (l’invasione longobarda dell’Agordino è datata infatti 568 d.C.). La donna sarebbe stata una nativa di San Tomaso Agordino accasata nella frazione di Listolade. La Vazza sarebbe stata sepolta nella chiesa oggi di San Lucano senza essere stata proclamata santa né beata, sebbene si sia consentito un culto locale della sua figura da parte dei rappresentanti dell’ortodossia romana; la sua tomba venne però devastata dall’alluvione del 1966 che distrusse buona parte della chiesa.

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