Monte Celo
Dolomiti tra Grande Guerra e Storia Mineraria
Il Monte Celo (2083 metri, conosciuto anche con il suo nome in dialetto bellunese di Monte Zelo [Thélo]) è un rilievo delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO che delimita a sud la Conca Agordina e la divide dalla Valbelluna (Provincia di Belluno, Regione Veneto).

Secondo la Classificazione Internazionale delle Alpi SOIUSA si tratta di un rilievo del Sottogruppo del Talvena (seppure la sua posizione distinta geograficamente lo faccia spesso interpretare come un monte a sè stante), parte a sua volta del Gruppo della Schiara situato in territorio interamente bellunese. Per la classificazione della Fondazione UNESCO Dolomiti, il Monte Celo è incluso nel supergruppo Pale di San Martino, San Lucano, Vette Feltrine e Dolomiti Bellunesi, 3° dei 9 sistemi ufficiali riconosciuti e tutelati dall’UNESCO.



Il Monte Celo è una montagna delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO collocata nella parte meridionale della Conca Agordina tra i Comuni bellunesi di La Valle Agordina e Sedico. Questa cima si staglia immediatamente sulla sinistra orografica del Torrente Cordevole e di fronte ai Monti del Sole, che si trovano sulla sponda opposta del corso d’acqua.

Il Monte Celo è una delle cime che ornano la Conca Agordina (visibile da quasi tutti i villaggi della Conca) ed è collocato sopra al Comune di La Valle Agordina. La faccia del Zelo rivolta verso la Conca Agordina è decisamente più verde e morbida di quella che guarda verso la città di Belluno, che mostra invece pareti decisamente più scoscese e molta roccia. Il Torrente Codevole delimita il rilievo ad ovest, mentre Focella Pongol separa il Celo dalle Creste di Vallaraz.


Il Monte Celo è interessato da una serie di interessanti sentieri escursionistici e, malgrado le dimensioni relativamente modeste, offre dislivelli importanti e tracce generalmente adatte a sportivi ben allenati e buoni camminatori.
L’itinerario tematico storico-culturale “La Montagna Dimenticata” è una proposta escursionistica pluri giornaliera del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che interessa in gran parte questo monte. La Montagna Dimenticata attraversa da est ad ovest la parte inferiore della Conca Agordina da Forcella Moschesin sul Gruppo del San Sebastiano alle Miniere di Vallalta e Sagron Mis nei Comuni di Gosaldo (Agordino) e Sagron Mis (Trentino). Questo trekking si snoda sulle tracce degli antichi sentieri utilizzati quotidianamente dai minatori in forza alle miniere di Val Imperina e Vallata e interessa tantissimi resti della Grande Guerra ancora visibili su questa linea difensiva meridionale (la Linea Gialla, la stessa della Tagliata di San Martino sui prospicienti Monti del Sole).
Non essendo mai stata utilizzata attivamente nella Grande Guerra, la linea difensiva del Regno d’Italia è ancora carica di gallerie, postazioni di fuoco, buche e ripari scavati nella roccia, un patrimonio incredibile (e pochissimo pubblicizzato) a disposizione dei turisti della Conca Agordina. Lungo La Montagna Dimenticata, ci sono due varianti attorno al Celo e si può scegliere quale affrontare (leggi la nostra guida completa a La Montagna Dimenticata – clicca qui).
L’avvicinamento più facile al Monte Celo dalla Conca Agordina si ha da diversi punti del Comune di La Valle Agordina, l’abitato più prossimo posizionato ai piedi del rilievo. L’accesso più diretto e intuitivo al Celo si ha dalla frazione di Conaggia seguendo la carrabile che sale al Pianoro di Folega e Casera Foca; altri accessi sono collocati presso le frazioni di Gaidon, Cancellade, Noach, Tornèr e La Muda. Si tratta di escursioni lunghe ma appaganti, arricchite dai lasciti della Linea Gialla e da splendide vedute sulle Dolomiti circostanti.





Il Monte Celo non presenta rifugi alpini; due ripari molto amati dai valligiani e dai visitatori della Conca Agordina sono i succitati Bivacco Bait de Folega e Casera Foca. Il Celo è protagonista della festa di San Rocco (San Roc in Folega) che si svolge annualmente al pianoro di Folega. Ai piedi del monte viene battuta una pista nevosa per lo scialpinismo in inverno sulla carrabile che porta ai due ripari menzionati.