Marmolada, Regina delle Dolomiti
Al cospetto della Regina delle Dolomiti
La Marmolada è con i suoi 3343 metri d’altezza la cima più alta delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, e, per le sue caratteristiche uniche, porta fieramente il soprannome di “Regina delle Dolomiti” (denominazione coniata dalla scrittrice inglese Rachel Heriette Busk nel 1874).




La Marmolada si colloca istituzionalmente sul confine tra le Province di Belluno (Veneto) e Trento (Trentino-Alto Adige), ovvero fra l’Agordino e la Val di Fassa che si spartiscono istituzionalmente il rilievo nella zona del Passo Fedaia.
La Marmolada è collocata secondo la SOIUSA nel Gruppo della Marmolada (Supergruppo delle Dolomiti di Fassa). Anche per la classificazione della Fondazione Dolomiti UNESCO, la Marmolada è la cima principale dell’omonimo gruppo, 2° dei 9 sistemi ufficiali riconosciuti e tutelati dall’UNESCO. Relativamente al turismo, le due località principali della Marmolada sono Rocca Pietore (Val Pettorina, Agordino, Provincia di Belluno) e Canazei (Val di Fassa, Trentino).



Il nome del gruppo montuoso sembra derivare da una variante locale del latino: Marmolada significherebbe “la montagna splendente“.
Oltre alla vetta stessa, la Regina delle Dolomiti è circondata da una serie di monti appartenenti al Gruppo della Marmolada e situati sia in territorio bellunese e in territorio trentino; la Classificazione Internazionale delle Alpi SOIUSA suddivide il Gruppo della Regina in sette Sottogruppi: Massiccio della Marmolada (Belluno/Trento), Catena del Padon (Belluno/Trento), Sottogruppo Ombretta-Ombrettola (Belluno/Trento), Catena dell’Auta (Belluno), Catena della Cima dell’Uomo (Trento), Sottogruppo Collac-Buffaure (Trento) e Sottogruppo Monzoni-Vallaccia (Trento).
Le cime del gruppo della Regina si possono ammirare in Agordino a partire da Cencenighe in tutta la Val Biois ed in tutta la Val Cordevole, la Valle di Fodom e la Val Fiorentina e naturalmente la Val Pettorina.
Sottogruppi della Marmolada in Agordino in dettaglio:
Cime d’Auta (Catena dell’Auta) > clicca qui
Piz Zorlet (Catena dell’Auta) > clicca qui
Sasso Bianco (Catena dell’Auta) > clicca qui
Catena del Migogn > clicca qui
Catena del Padon > clicca qui




Da sempre una delle cime più ambite nel panorama alpinistico nelle Dolomiti UNESCO, la Marmolada ha costantemente esercitato e continua ad esercitare un fascino irrefrenabile per l’ammirato spettatore. Scrive la celebre Amelia B. Edwards nel suo “Untrodden Peaks and Unfrequented Valleys” (1872), quando il monte le appare davanti:
“E da lì, per rara fortuna, la vediamo: una massa enorme, a forma di tetto, inclinata, liscia e bianca come la neve contro un cielo plumbeo. Per la vastità di espressione e l’estensione della neve, vista da questo lato, ricorda il Monte Bianco. La distanza, invece di diminuire la sua massa, sembra in contrasto con le altezze circostanti, per valorizzarla. Le due valli d’Andraz e di Livinallungo, il Monte Padon e un intero mare di cime minori occupano lo spazio che interviene; eppure la Marmolada sembra riempire la scena”.
Risale al 1862 la prima ascesa a Punta Rocca ed al 1864 la prima salita a Punta Penia, entrambe ad opera dell’alpinista austriaco Paul Grohmann, mentre per quanto riguarda l’arrampicata la prima impresa si deve all’agordino Cesare Tomè e successivamente agli alpinisti Bettega, Zagonel e Tomasson nel 1901.
Sulla storia dell’arrampicata in Marmolada sono stati scritti moltissimi libri ed esiste una ricchissima bibliografia a disposizione di chi voglia approfondire questi temi; in questa sede ci limitiamo a citare la famosa via “Attraverso il Pesce” inaugurata nel 1981 da Koller e Sustr sull’Ombretta e considerata una delle vie d’arrampicata più dure delle Dolomiti. “Attraverso il Pesce” è stata ripetuta nell’estate 2016 dall’alpinista Federica Mingolla in circa 18 ore; si tratta della prima ascesa con una donna come capocordata su questa durissima via.
Molte sono inoltre le vie ferrate sulla Marmolada: Ferrata delle Trincee, Ferrata della Marmolada sulla Cresta Ovest, Via Ferrata Eterna (anche chiamata Brigata Cadore); alcune altre vie ferrate si trovano nei dintorni e sulle cime del Gruppo della Marmolada., ad esempio la Paolin-Piccolin sulle Cime d’Auta.




La Regina delle Dolomiti presenta di un ghiacciaio perenne, il più esteso delle Dolomiti, oggi purtroppo in rapida ritirata (come molti altri in tutto il mondo); mentre oggi questa risorsa è vista come un bene quasi sacro da preservare, un tempo il Ghiacciaio della Marmolada permetteva agli ospiti delle Dolomiti di sciare anche in estate; da diversi anni invece in estate la zona viene interamente sigillata per preservare i preziosi ghiacci della Marmolada dallo scioglimento.
Il ghiacciaio è famoso inoltre per aver ospitato durante la Prima Guerra Mondiale la celebre Città di Ghiaccio, un complesso sistema di tunnel e stanze scavate nel ghiacciaio dall’esercito austro-ungarico nell’ottica di garantire i rifornimenti ai soldati impegnati sul fronte bellico; della Città di Ghiaccio oggi non rimane nulla tranne le testimonianze storiche, molte delle quali sono racchiuse nel Museo Marmolada Grande Guerra 3000 M a Punta Serauta (raggiungibile comodamente con la Funivia della Marmolada da Malga Ciapela a Rocca Pietore), lo spazio espositivo collocato ad altitudine maggiore in tutta Europa.



Terribile e sanguinosa è stata la Grande Guerra sulla Regina ed in generale su tutto il fronte dolomitico (la cosiddetta Linea Gialla); la Prima Guerra Mondiale fu il primo conflitto ad essere combattutto in alta montagna, ed una buona parte di caduti di ambedue le parti furono conseguenza anche di freddo, valanghe e fulmini oltre che di azioni belliche vere e proprie. A perenne testimonianza della Grande Guerra nelle Dolomiti sorge oggi nella stazione intermedia Serauta della Funivia della Marmolada (accessibile esclusivamente da Malga Ciapela nel Comune di Rocca Pietore nella parte bellunese della Marmolada) lo splendido succitato Museo Marmolada Grande Guerra 3000 M, pregevole spazio espositivo, ristrutturato completamente nel 2015 e ricco di oggetti, testimonianze e documenti originali, accessibile gratuitamente con l’acquisto di un biglietto di risalita della funivia.



Una popolare leggenda dolomitica racconta di come una vecchietta fosse intenta con i lavori connessi fienagione durante la festa della Madonna della Neve (5 agosto), malgrado si trattasse di una festività religiosa che come tale prescriveva riposo e preghiera e nonostante i severi rimproveri dei suoi compaesani; per punire la sua arroganza, la neve iniziò a scendere copiosa senza mai fermarsi, fino a ricoprire completamente casa, stalla e vecchietta, che ancora oggi si troverebbe li intrappolata: era nato così il Ghiacciaio della Regina.

