Dal Cuore delle Dolomiti
Castello di Moschesin | Un'Avventura Indimenticabile nel Cuore Selvaggio delle Dolomiti | Agordino Dolomiti
Castello di Moschesin | Un'Avventura Indimenticabile nel Cuore Selvaggio delle Dolomiti | Agordino Dolomiti

Castello di Moschesin | Un'Avventura Indimenticabile nel Cuore Selvaggio delle Dolomiti | Agordino Dolomiti

Castello di Moschesin

Un’Avventura indimenticabile nel Cuore selvaggio delle Dolomiti

La Valle Agordina | Agordino Dolomiti

 

Grazie ad uno straordinario mese di agosto, incredibilmente soleggiato e praticamente privo di precipitazioni, ci siamo dilettati in più giornate nell’esplorazione delle cime del Gruppo del San Sebastiano (classificazione SOIUSA: Dolomiti di Zoldo o Dolomiti Agordine, Sottogruppo del San Sebastiano; classificazione della Fondazione Dolomiti UNESCO: Pale di San Martino, San Lucano, Vette Feltrine e Dolomiti Bellunesi); stiamo parlando di uno dei gruppi montuosi più affascinanti e maestosi di tutte le Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, una spettacolare ed imponente catena dolomitica, sfondo eccezionale per il tratto agordino della famosissima Alta Via delle Dolomiti 1, che separa l’Agordino dalla Val di Zoldo (Provincia di Belluno, la Provincia delle Dolomiti per antonomasia).

 

Dopo un’inverno trascorso esplorandone la base ed una primavera spesa approcciandone i pendii, ci siamo concentrati durante la pausa di Ferragosto su alcune delle cime di queste bellissime montagne, rimanendone sempre più affascinati ed entusiasti dopo ogni esperienza. In questo breve articolo cercheremo di descrivere ai nostri visitatori cosa significa per un appassionato di montagna trovarsi in questi luoghi meravigliosi al cospetto di quanto di più bello le Dolomiti abbiano da offrire. Il fine ultimo è, come sempre, quello di incuriosirvi e, magari, di spingervi a venirci presto a trovare qui, nel cuore selvaggio delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, un luogo dominato da una natura praticamente intatta e selvaggia in cui godere della grandiosità di un paesaggio unico al mondo e di gioire della bellezza dei nostri splendidi Monti Pallidi.

 

Oggi vi raccontiamo della nostra avventura sulla cima più elevata del Moschesin, il Castello di Moschesin (2499 metri), ricordandovi che qualche foto e poche parole non bastano a trasmettere appieno l’emozione che si prova a trovarsi in questi luoghi di persona.

 

*DISCLAIMER*

In linea con la filosofia del nostro blog, avvisiamo i lettori che questo articolo non va assolutamente considerato una guida escursionistica tecnica per l’ascesa al Castello di Moschesin, quanto piuttosto una recensione personalissima e soggettiva basata sulla nostra esperienza diretta e concepita al solo scopo promozionale delle nostre montagne; trattandosi di un’escursione in ambiente alpino di livello difficile invitiamo tutti gli escursionisti interessati ad informarsi adeguatamente sull’itinerario attraverso libri e mappe, relazioni, consultando gli Uffici Turistici della zona (contatti in calce) ed eventualmente rivolgendosi direttamente ad un professionista certificato quale una Guida Alpina (clicca qui). Le Dolomiti e la montagna in generale sanno dare molto, ma possono anche esigere un caro prezzo se non adeguatamente rispettate; invitiamo tutti i nostri lettori (come sempre facciamo) alla massima prudenza, ad un’adeguata valutazione delle proprie capacità ed alla corretta preparazione in termini di attrezzatura e vestiario. Ciò detto, buona lettura a tutti!

 

Castello di Moschesin; il contesto è quello dell’affascinante Gruppo del San Sebastiano nel centro geografico delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO. Guardando queste montagne dal villaggio di La Valle Agordina è difficile non desiderare di salire su queste vette dalle forme intriganti e frastagliate o non fermarsi ad ammirare la splendida Enrosadira che in ogni stagione colora queste cime dei toni caldi dei tramonti dolomitici (e se amate l’Enrosadira, questi monti sono il luogo ideale in cui osservare il fenomeno). Finalmente riusciamo ad organizzarci per esplorare un’altra delle montagne che compongono questo gruppo: dopo il Tamer, oggetto di un nostro recente articolo (clicca qui) siamo pronti per il Moschesin, cima più meridionale del gruppo e la più interessante dal punto di vista della forma.

 

Partiamo per questa piccola avventura dalla località di Le Vizze, primo rettilineo dopo aver lasciato il villaggio di La Valle Agordina in direzione del Passo Duran. Da subito intercettiamo le indicazioni per il Sentiero CAI 544 verso Casera de la Roa e Castello di Moschesin e ci incamminiamo lungo una piacevole carrabile sterrata che si snoda nel bosco in una giornata strepitosa che si preannuncia calda e sgombra di nubi; le condizioni ideali per un bel giro in montagna in buona compagnia alla scoperta dei nostri tesori naturali.

Partiti con un’ottima andatura, in poco più di mezz’ora siamo già a Casera Roa, popolare meta di picnic per famiglie del luogo e turisti. Superbo lo scenario che si gode da questo luogo sul gruppo del San Sebastiano; qui infatti il bosco inizia a farsi meno fitto lasciando il posto alla vegetazione alpina e permettendo allo sguardo di spaziare sulle vette del gruppo tra cui la nostra meta, il Castello di Moschesin.

Dopo aver superato Casera Roa continuiamo a seguire la traccia che sale verso il Sentiero CAI 543, tratto della Conca Agordina della famosa Alta Via delle Dolomiti 1. Da qui in avanti il dislivello inizia a farsi più marcato mentre ci avviciniamo all’Alta Via; dopo circa tre quarti d’ora giugniamo infine al bivio in cui si intersecano il 544 e il 543, dove troviamo le indicazioni per Forcella Larga e il Castello di Moschesin.

E qui inziamo la vera salita; circa 700 metri di dislivello, tutto su ghiaioni ed in piena esposizione solare, separano l’Alta Via da Forcella Larga, un tratto escursionistico veramente impegnativo che affrontiamo con qualche fatica. La pendenza si fa ovviamente sempre più accentuata mano a mano che saliamo, fino a diventare eccezionalmente marcata quanto entriamo nello stretto canyon che ci separa dalla sommità della forcella. Rincuorano le splendide vedute sulla Conca Agordina che ci godiamo durante le pause della salita, e la vista delle imponenti pareti di Tamer e Moschesin che si fanno sempre più strette mano a mano che saliamo.

Oltre alla difficoltà oggettiva data dal notevole dislivello, nell’ultimo tratto dell’ascesa a Forcella Larga prestiamo massima attenzione ai sassi instabili, alla conformazione del terreno ed alla scelta della migliore linea per la salita; è un tratto che richiede, oltre ad un buon livello di preparazione fisica, anche una certa dimestichezza con le escursioni in alta montagna e capacità di interpretazione dell’ambiente alpino. Per l’ascesa al Castello di Moschesin vale comunque la pena di faticare un pò.

Dopo quasi un’ora di salita raggiungiamo finalmente la sommità della forcella dove ci accoglie l’ampio e stupendo pianoro di Van de la Gardesana sormontato dalle splendide torri dolomitiche del Tamer e Moschesin e della Val di Zoldo (con Cima di Pramper e Spiz di Mezzodì protagonisti del paesaggio). Dall’altro lato, quello da cui siamo saliti, la Conca Agordina ci mostra da questa prospettiva le cime delle Pale di San Martino. Circondati dai giganti.

Riprendiamo dopo una breve pausa la nostra escursione al Castello di Moschesin; il sentiero richiede ovunque grande attenzione e propone spesso qualche passaggio più impegnativo, tuttavia l’emozione di trovarsi qui è qualcosa di veramente grande. Questa passeggiata tra enormi giganti di dolomia e pendii che precipitano rapidi verso il fondo delle nostre valli è un’esperienza che vale veramente la pena e che consigliamo a tutti gli amanti delle escursioni in montagna e delle Dolomiti. Circondati da uno scenario grandioso ed imponente seguiamo il sentiero che aggira Cima di Forcella Stretta e conduce in circa mezz’oretta a Forcella Stretta  dove ha inizio della salita alla cima di Castello di Moschesin.

Tutto l’itinerario è segnalato da bollini rossi, che spesso però vanno cercati attentamente; frequenti sono i crepacci e passaggi in cui si deve necessariamente aiutarsi con le mani, e la prudenza nell’affrontare questi punti non è mai troppa. In poco tempo comunque scendiamo fino a Forcella Stretta ed iniziamo la salita vera e propria al Castello di Moschesin.

Mentre saliamo ci fermiamo spesso ad ammirare un panorama che ha come protagonisti splendide valli, immensi boschi e le Dolomiti (Agordine, Zoldane, Cadorine e Ampezzane). Inutile spendere tante parole per dire quello che è ovvio: quella di cui vi parliamo in questo articolo è, dal punto di vista dello scenario, un’avventura alla scoperta delle Dolomiti di primissimo piano.

Quando finalmente approcciamo la cima, la vista si apre a sud anche sul meraviglioso gruppo del Talvena e sulle Vette Feltrine; in basso ammiriamo la Conca Agordina e la Val di Zoldo con le loro superbe corone di Monti Pallidi. Sostiamo volentieri al cospetto dei giganti delle Dolomiti sulla cima più elevata del Moschesin, godendoci il panorama. Vicino al tubo che contiene il libro di vetta c’è un piccolo mucchio di sassi che qualcuno ha accatastato lì da tempo; scherzosamente, questo cumulo va ad aggiungere un metro in altezza al Castello di Moschesin, arrotondando quindi la sua elevazione a 2500 metri esatti.

Dopo la pausa torniamo alla partenza per la stessa strada. In totale abbiamo impegato 8 ore per raggiungere la vetta del Castello di Moschesin e ritornare al punto di partenza, ovvero la località di Le Vizze.

Questa escursione è impegnativa sia dal punto di vista del dislivello che della difficoltà tecnica. In quota c’è vento e spesso capita di trovare maltempo; è quindi essenziale avere con sè diversi strati di vestiario, meglio se tecnico da montagna. Lungo l’itinerario c’è la possibilità di rifornirsi d’acqua presso Casera Roa, quindi da qui in avanti è necessario avere scorte sufficienti per tutto il resto dell’itinerario. L’ascesa al Castello di Moschesin non è adatta a famiglie con bambini piccoli o animali domestici e ad escursionisti alle prime armi; se non siete molto esperti ma volete comunque recarvi a visitare questi luoghi fantastici vi ricordiamo che una Guida Alpina può fare la differenza tra mettersi nei guai e godersi una bella giornata nel cuore delle Dolomiti UNESCO.  Invitiamo tutti gli appassionati di montagna che fossero interessati ad informarsi adeguatamente sull’itinerario consultando siti specializzati e guide cartacee, gli Uffici Turistici della nostra zona e naturalmente gli Operatori Turistici del Cuore delle Dolomiti che sicuramente sapranno darvi degli utilissimi consigli.

Ciò detto, se siete alla ricerca di un’escursione nelle Dolomiti con quel qualcosa in più, il Castello di Moschesin (ed in generale il Gruppo del San Sebastiano) è sicuramente quello che fa per voi – Vi aspettiamo numerosi quest’autunno qui, nel cuore selvaggio e genuino delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, l’Agordino – Alla prossima!!!


Informazioni turistiche:

Pro Loco La Valle Agordina
Tel. 0437 63928
E-mail: prolocolavalleagordina@gmail.com

Ufficio Turistico di Agordo
Tel. 0437 62105
E-mail: ufficioturistico@agordo.net

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