Dal Cuore delle Dolomiti
Alta Via Tilman | Da Falcade ad Asiago tra Natura, Storia e Avventura | Agordino Dolomiti
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Alta Via Tilman

Da Falcade ad Asiago sulle tracce del Maggiore Tilman

By Agordino Dolomiti

 

 

Ciao Agordino Lovers, bentornati sulle pagine del nostro piccolo blog!

Prima di iniziare con l’articolo vero e proprio, partiamo da una piccola premessa. Abbiamo atteso l’estate 2021 carichi di entusiasmo e con una serie di idee molto interessanti per i nostri articoli. Purtroppo la situazione covid in generale, alcuni impegni personali ed il meteo piuttosto ballerino ci hanno fortemente penalizzati, costringendoci infine ad operare delle scelte, spesso sofferte. Nessun problema comunque, non si tratta di cancellazioni ma solo di idee posticipate.

 

 

Pensiamo tuttavia che un pensiero speciale debba essere tributato a tutti gli operatori turistici (non solo Agordini!) ed a tutti i lavoratori del comparto turistico in generale che anche quest’estate hanno sfidato la sorte avversa per aprire le porte delle loro strutture ricettive e gli Uffici Turistici agli ospiti del territorio. A voi tutti, vicini e lontani, va il nostro più sentito ringraziamento per l’impegno e la dedizione che rivolgete quotidianamente alla vostra professione. Grazie a tutti di cuore dal nostro Team per il servizio di fondamentale importanza che siete riusciti ad erogare anche nella sfortunata estate 2021!

 

Tra i nostri piani, avevamo da tempo l’intenzione di percorrere la misteriosa Alta Via Tilman e di scriverci un piccolo articolo. Si tratta di una proposta escursionistica, frutto dello sforzo congiunto dei CAI di Asiago e della Sottosezione di Falcade del CAI Agordino, che trovavamo molto interessante e stranamente enigmatica. Di questa Alta Via dolomitica parlano moltissimi siti internet ed i cataloghi dei nostri operatori, anche se ci sono pochissime informazioni concrete sul percorso e sembra che nessuno ne abbia mai parlato esaustivamente, quantomeno in tempi recenti. Potevamo lasciarci sfuggire una simile avventura in montagna? Chi ci segue da tempo sa bene che non è assolutamente da noi. Dopo qualche settimana di preparazione, siamo finalmente riusciti a ritagliarci il tempo necessario ed a organizzarci per questa Alta Via che abbiamo avuto modo di percorrere ad agosto 2021.

Alta Via Tilman | Da Falcade ad Asiago

Alta Via Tilman: una gestazione complessa

 

L’organizzazione dell’uscita è però stata costellata di difficoltà a dir poco inusuali per un’Alta Via. Innanzitutto, chi si interessi alla Tilman noterà fin da subito che, sebbene l’inizio e la fine siano ben noti (Falcade ed Asiago), non esiste online alcuna fonte apprezzabile relativamente all’itinerario da seguire (per i motivi che vedremo più avanti). La Tilman non è segnata sulle consuete mappe escursionistiche (con una piccola eccezione, ovvero la tappa finale che arriva ad Asiago, che c’è ad esempio sulle mappe Tabacco) e le informazioni che si reperiscono in rete sono spesso contrastanti o lacunose. Anche i segnavia della Tilman, che pur si vedevano anche in Agordino qualche anno fa, sono rari se non introvabili: per quanto concerne le tappe agordine, questi sono stati probabilmente distrutti da Vaia e mai rimpiazzati. Inoltre, esiste una vaga conoscenza della proposta qui in loco e si avverte anche una curiosa reticenza a proporla ed a parlarne. Anche qui, vedremo più avanti quali sono i motivi. L’unica cosa che conoscevamo prima di interessarci alla Tilman erano la presenza di un cippo dedicato a Falcade (opera del Maestro Franco Murer) e di una tabella ad Asiago che avevamo visto qualche anno fa all’accesso del Sacrario Militare del Leiten. Una partenza decisamente in salita.

Tilman Falcade Monumento
Dettaglio della placca del memoriale del Maggiore Tilman a Falcade

Dopo qualche ricerca, abbiamo scoperto che esiste un’unica fonte scritta affidabile sulla Tilman: “La Via Tilman – Da Falcade ad Asiago sui Sentieri dei Partigiani” di Roberto Mezzacasa, edito da Nordpress Edizioni, 1997 (riveduto e ristampato nel 2002). Suddetta guida, non facilissima da reperire, è stata la base su cui abbiamo progettato la nostra Alta Via Tilman. L’opera succitata è l’unica fonte di una certa affidabilità che consigliamo a chi sia intenzionato ad avventurarsi sul tracciato che collega Falcade in Val Biois ad Asiago. Sebbene molto dettagliato ed utile, il libro risale ad oltre 15 anni fa, quindi a prima di Vaia; questa sembra un’ottima occasione per aggiornare l’eccellente lavoro di Mezzacasa. A chi sia interessato alla Tilman, comunque, consigliamo vivamente l’acquisto della suddetta guida, che approfondisce molte delle attrazioni che si vanno a visitare lungo questa Alta Via e dà utilissimi consigli a chi sia intenzionato a percorrerla.

Sentiero Tilman da Falcade ad Asiago
Pannello informativo dell’Alta Via Tilman all’ingresso del Sacrario Militare del Leiten ad Asiago (VI)
Monumento Tilman Falcade
Il monumento al Maggiore Tilman con il ritratto di Franco Murer collocato all’accesso della Val Focobon a Falcade

 

Bill Tilman e le Dolomiti

 

Iniziamo l’articolo parlando un pò del dedicatario del Sentiero Tilman.

L’Alta Via Tilman prende il nome da Harold William Tilman (1898 – 1977), esploratore, alpinista ed avventuriero britannico “vecchio stampo”: rampollo di una famiglia agiata del Cheshire, Tilman fu un uomo costantemente alla ricerca delle sfide più dure ed impossibili; uno spirito libero sempre alla ricerca di nuove avventure al limite della sopportazione fisica e mentale.

Senza dilungarci troppo nei dettagli (la biografia completa di Tilman è oggetto di documentari, libri biografici e romanzi ed articoli online facilmente consultabili), diamo giusto qualche informazioni en passant per chi sia completamente all’oscuro della levatura del personaggio.

Timan fu un alpinista di primissimo piano in tempo di pace: celebri sono le sue ascese alpinistiche sui più famosi gruppi montuosi del mondo in Pakistan, Cina, Kirghizistan, Tibet, Nepal, Africa e nelle Alpi. Tra le sue imprese montane più famose menzioniamo il tentativo di conquista dell’Everest nel 1938, impresa compiuta senza respiratori, che portò la spedizione ad oltre 8100 metri d’altitudine.

Leader duro e deciso, Tilman fu inoltre un irriducibile lupo di mare: le varie avventure marittime dell’avventuriero britannico lo portarono a percorrere decine di migliaia di chilometri attorno al mondo, dai ghiacci dell’Antartide alle più remote isole della Groenlandia. Tilman verrà dichiarato disperso proprio durante una difficile traversata in barca nel 1977 assieme al suo equipaggio, avventura che intraprese alla ragguardevole età di 80 anni.

Per capire ancora meglio il livello del personaggio, celeberrima rimane l’incredibile traversata dell’Africa in bicicletta, un’impresa che Tilman compì poichè pensava fosse “più comodo” tornare in Regno Unito imbarcandosi dalla Costa occidentale del Continente Nero invece che prendere l’aereo.

Tilman fu in tempo di guerra un valido soldato: arruolatosi volontariamente nella Seconda Guerra Mondiale, fu impiegato nei Balcani ed in Italia, dove coordinò il lancio dei rifornimenti Alleati per la Resistenza italiana nell’estate del 1944, percorrendo in lungo in largo le Alpi Feltrine e le Pale di San Martino su alcuni dei sentieri che oggi fanno parte dell’Alta Via a lui dedicata ed incontrando le varie cellule partigiane italiane. A tal fine, Tilman ricevette supporto logistico da varie correnti della Resistenza Italiana durante il suo soggiorno in Veneto. La scelta di dedicare un’Alta Via a Tilman fu il frutto della collaborazione delle sedi di Falcade e di Asiago del Club Alpino Italiano, come detto precedentemente.

Alta Via Tilman
L’emozionante traversata di Forcella dell’Omo

 

Alta Via Tilman: un’altra “Montagna Dimenticata”?

 

Come accennavamo nell’incipit dell’articolo, il Sentiero Tilman è oggi una proposta pur presente nei cataloghi dei nostri operatori turistici, ma piuttosto opaca e misteriosa.

Comparata all’Alta Via delle Dolomiti 2 Bressanone – Feltre, con la quale la Tilman condivide una parte del tracciato (Dal Col dei Bechi fino al Rifugio Giorgio Dal Piaz), si tratta di un trekking poco noto e poco percorso. Eppure parliamo al contempo di una proposta assolutamente validissima dal punto di vista paesaggistico, storico e sportivo. Perché quindi nessuno ne parla?

Ci sono sostanzialmente due grossi ostacoli che minano la fortuna turistica di questa Alta Via: l’argomento trattato e la lunghezza dell’itinerario.

Per quanto concerne il primo punto, senza dilungarci troppo, va tenuto presente che parlare della Seconda Guerra Mondiale in Val Biois è considerato ancora oggi un argomento spinoso e delicato; gli echi della terribile Strage della Val Biois richiamano alla mente dolorose faide tra vicini dolomitici mai completamente sanate, e promuovere in qualche modo un’Alta Via legata a quella drammatica fase della nostra storia recente è probabilmente considerato capzioso financo controproducente in primis dagli stessi Agordini.

Opera commemorativa sulla Strage della Val Biois, opera di Franco Murer (Gares, Canale d’Agordo, Val Biois)

Il secondo motivo, come vedremo tra poco, è la lunghezza di questa Alta Via: con i suoi 190 chilometri di sviluppo, la Tilman si posiziona ai primi posti tra le Alte Vie delle Dolomiti per impegno e resistenza richiesta. Decisamente non la prima scelta quindi per chi abbia a disposizione, ad esempio, una sola settimana da dedicare alla proposta. Per carità, non si parla certo di attraversare l’Amazzonia a piedi; tuttavia si tratta sempre di un’Alta Via, che richiede preparazione, tempo e piccoli sacrifici personali

Ad ogni modo, siamo davanti ad una proposta dalle potenzialità inespresse; è un dato di fatto che la conoscenza della Tilman sia incredibilmente limitata, ad un livello a dir poco sorprendente: addirittura visitando i Rifugi segnalati come tappe consigliate per chi si avventuri sulla Tilman, si evince immediatamente dalle espressioni stupite dei gestori come questa sia una proposta non molto popolare tra gli amanti delle Alte Vie delle Dolomiti. Un vero peccato, visto che al di là della dedica, l’Alta Via Tilman è una proposta incredibilmente valida e stimolante.

Sentiero Tilman da Falcade ad Asiago
Mucche al pascolo nei pressi di Malga Erera

Via Tilman

Sentiero Tilman: il percorso (o i percorsi)

 

Il tracciato dell’Alta Via Tilman si estende per 190 chilometri quasi interamente in territorio veneto (con una piccola parentesi trentina poco prima di scendere al Rifugio Boz) da Falcade in Val Biois ad Asiago (Vicenza) lambendo la base delle Pale di San Martino e delle Alpi Feltrine (entrambe ricomprese nel sistema Dolomiti UNESCO 2 Pale di San Martino – San Lucano – Vette Feltrine e Dolomiti Bellunesi), attraversando le valli delle Prealpi Venete, il Monte Grappa ed infine l’Altopiano dei Sette Comuni.

Alta Via Tilman
Pannello informativo dell’Alta Via Tilman all’ingresso del Sacrario Militare del Leiten ad Asiago (VI)

 

La proposta escursionistica dei CAI di Asiago e Falcade è concepita come Alta Via in 10 tappe:

Tappa 1 > Da Falcade a Gares (Canale d’Agordo);
Tappa 2 > Da Gares (Canale d’Agordo) a Rivamonte Agordino;
Tappa 3 > Da Rivamonte Agordino al Bivacco Campo Torondo (Gosaldo);
Tappa 4 > Dal Bivacco Campo Torondo al Rifugio Bruno Boz (Cesiomaggiore);
Tappa 5 > Dal Rifugio Bruno Boz al Rifugio Giorgio Dal Piaz (Feltre);
Tappa 6 > Dal Rifugio Giorgio Dal Piaz (Feltre) a Seren del Grappa;
Tappa 7 > Da Seren del Grappa al Monte Grappa;
Tappa 8 > Dal Grappa al Rifugio Scarpon (Valbrenta);
Tappa 9 > Dal Rifugio Scarpon (Valbrenta) a Carpané (Valbrenta);
Tappa 10 > Da Carpané (Valbrenta) ad Asiago.

In dettaglio:

La Tappa 1 si apre ai piedi della Val Focobon, dove si risale il Cimon de la Stia alla volta della contigua Valle di Gares. Da qui si scende a Malga Stia e poi a Pian de le Giare con la comoda carrabile. Si tratta di una bella tappa dolomitica nelle Pale di San Martino, con moltissime vedute incredibili sul Cuore delle Dolomiti.

La Tappa 2 riparte da Gares e sale verso Forcella Cesurette. Da qui si scende poi verso la Valle di San Lucano seguendo i Sentieri CAI fino al Pont de la Pita e poi la carrabile militare fino a Col di Pra. Si attraversa poi la Valle di San Lucano fino a Taibon Agordino attraverso la strada asfaltata o le ciclopedonali presenti (ed oggetto di recenti lavori di sistemazione post Vaia). Da Taibon a Rivamonte e Gosaldo ci sono diverse soluzioni adottabili: le strade principali, le mulattiere ancora percorribili della Conca Agordina, parte de La Montagna Dimenticata dal Centro Minerario di Val Imperina a Titele (da noi già minuziosamente descritta nella 3° tappa de La Montagna Dimenticata – clicca qui). Chi cerchi un’alternativa più impegnativa, può percorrere il Sentiero CAI 769 per il Rifugio Scarpa – Gurekian (da noi descritta qui) e scendere poi in Val del Mis attraverso il Passo di Luna.

La Tappa 3 parte da Rivamonte Agordino in direzione della Val del Mis; raggiunta la località di Titele, si prosegue con un bel dislivello fino a Casera Campotorondo.

La Tappa 4 riprende da Casera Campotorondo alla volta del Rifugio Boz. Si attraversano i meravigliosi Piani Eterni fino a Malga Erera; si risale il crinale fino a Forcella dell’Omo; da qui ci si inserisce nell’unico tratto “alpinistico” della Tilman fino a Casera Cimonega e quindi al Col dei Bechi dove si interseca l’Alta Via delle Dolomiti 2. Si prosegue verso il Pass de Mura e si scende poi al Rifugio Bruno Boz.

La Tappa 5 collega il Rifugio Boz al Rifugio Dal Piaz lungo l’Alta Via delle Dolomiti 2. Si tratta di un’altra tappa dolomitica dai paesaggi meravigliosi.

La Tappa 6 scende dal Dal Piaz a Croce d’Aune (Sovramonte) per poi affrontare il Monte Avena e discendere quindi su Seren del Grappa. Si tratta della tappa più “urbana”, che attraversa gli abitati di Arten e il Comune di Seren del Grappa.

Le Tappe 7 e 8 concernono la salita al Monte Grappa e la visita al Sacrario Militare; la Tappa 9 la discesa verso la Valstagna.

La tappa finale la risalita dell’Altopiano dei Sette Comuni fino al Sacrario Militare del Leiten.

Ciò detto, esistono numerose varianti che si possono utilizzare per accorciare alcuni passaggi oppure per approfondire la visita alle attrazioni storiche e culturali presenti. Alcune di queste varianti sono descritte nella succitata opera di Mezzacasa; altre sono interpretabili lungo il cammino, ad esempio per trovare riparo in caso di maltempo.

 

Il Gruppo Pape / Pale di San Lucano (Pale di San Martino) e Forcella Cesurette (Campigat)
Alta Via Tilman
Titele (Gosaldo) in direzione di Casera Campotorondo
Rifugio Boz

La suddivisione in tappe è stata ben ponderata al fine di permettere, a conclusione di ogni tappa, il rientro al fondovalle. Come dice bene Mezzacasa nell’introduzione della sua guida, le Alte Vie sono una pratica in declino tra i fruitori delle Dolomiti (quantomeno tra gli italiani), in quanto oggi la tendenza non è più quella di trascorrere un mese o più nelle Dolomiti, come avveniva negli Anni ’60, ’70 e ’80, ma al massimo una settimana. Proprio a tal fine, si può percorrere attraverso questa suddivisione in tappe la Tilman a più riprese, senza essere obbligati a toccare tutte le 10 tappe in un’unica soluzione. A differenza di quanto visto, ad esempio, nel caso della Montagna Dimenticata, la suddivisione in tappe della Tilman è quindi giustificata, ponderata e pragmatica.

Alta Via Tilman
Il Rifugio “Giorgio Dal Piaz” e poco oltre il Monte Avena, tappe della Tilman
Alta Via Tilman
Casera Campotorondo
Sentiero Tilman Falcade - Asiago
Foza (Vüsche)

La Tilman non propone che un paio di passaggi di lieve difficoltà alpinistica, mentre la maggior parte dell’itinerario si svolge su sentieri escursionistici, strade silvo-pastorali e strade principali al fondovalle; dal Passo della Finestra al Rifugio Dal Piaz, la Tilman ricalca il percorso dell’Alta Via delle Dolomiti n. 2. Dal Dal Piaz in avanti, la Tilman abbandona l’ambiente propriamente montano per proseguire su stradine, mulattiere e strade asfaltate, sul Monte Grappa e poi risalendo l’Altopiano dei Sette Comuni. Al passo fermo, indispensabile per camminare su qualsiasi itinerario alpino, si richiede quindi per la Tilman una certa resistenza alla camminata su lunghe tratte pianeggianti.

Sentiero Tilman
Tra il Boz ed il Dal Piaz sull’Alta Via delle Dolomiti 2
Alta Via Tilman
I suggestivi Piani Eterni in direzione di Malga Erera
Alta Via Tilman
Avvicinamento a Casera Cimonega… non per chi soffre di vertigini

 

Alta Via Tilman: i punti di forza

 

– Paesaggi incredibili

La bellezza del Sentiero Tilman si evince già solo dalla descrizione delle tappe: si passa dall’ambiente più “tradizionalmente” dolomitico, ovvero la parte settentrionale delle Pale di San Martino (emozionanti le prime tre tappe che congiungono Falcade a Gosaldo, nelle quali si transita ai piedi dei giganteschi Focobon, Altopiano delle Pale, Agner e Croda Granda) all’aspetto selvaggio e pristino delle Alpi Feltrine (meravigliosa traversata delle Alpi Feltrine, che coincide con il Sentiero Tematico del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi denominato “Gran Traversata del Parco” e con parte dell’Alta Via 2), all’ambiente prealpino del basso Feltrino e del Vicentino fino a giungere ai paesaggi incredibili dell’Altopiano di Asiago.

Una ricchezza di vedute, panorami ed ambienti naturali diversi, di storia e di culture diverse che possono essere esplorate tramite la Tilman in maniera originale, personale e contemplativa. Si visitano moltissimi luoghi meravigliosi attraverso una varietà di paesaggi sconosciuti alle altre classiche Alte Vie delle Dolomiti.

Alta Via Tilman
Casera Cimonega
Alta Via Tilman
Morbido paesaggio dell’Altopiano dei Sette Comuni
Tilman
La quasi totalità delle Pale di San Martino (sia Agordine che Primierotte) da Forcella dell’Omo
Tilman
Panorama sul Feltrino dall’Alta Via 2
Tilman Route
Boschi di Gosaldo
Tilman
La Conca Agordina con il Gruppo Moiazza-Civetta

– Itinerario originale

Rispetto alle classiche Alte Vie delle Dolomiti, il Sentiero Tilman attraversa anche i fondovalle e offre la possibilità di integrare l’avventura escursionistica a visite di grande rilevanza culturale (tra cui menzioniamo, solo a titolo esemplificativo: il Centro Minerario di Val Imperina, il Sacrario Militare di Asiago, il Sacrario Militare del Monte Grappa). Ovviamente sarebbe bello avere molto tempo a disposizione per visitare appieno ogni singola proposta culturale che si incontra lungo il cammino; cosa non sempre possibile quando si affronta un trekking su lunghe distanze. Ciò non toglie che la possibilità di visitare questi monumenti e luoghi costituisca un plus non da poco parlando della Tilman e comparandola ad altri tipi di escursioni simili.

Alta Via Tilman
Complesso dei Forni Fusori delle Miniere di Val Imperina
Tilman
Palazzo Crotta – De’ Manzoni di Agordo

Inoltre, la presenza di importanti centri abitati lungo la Tilman assicura la possibilità di approvvigionamenti ed esperienze di visita difficilmente fruibili sulle Alte Vie che si svolgono in ambiente integralmente montano. Supermercati, bar e ristoranti sono facilmente accessibili dopo essersi lasciati alle spalle il Dal Piaz. Al contempo però, la Tilman offre la possibilità di sfiorare in maniera defilata la civiltà, assicurando la fruizione naturale delle classiche Alte Vie; chi non voglia interrompere quindi la propria avventura nella natura ha comunque la possibilità di scegliere stradine secondarie che aggirino i maggiori centri abitati.

Sentiero Tilman
Piazza del Diavolo
Alta Via Tilman
Discesa su Arten dal Monte Avena
Alta Via Tilman
Laghetti
Tilman
Agordo

Tilman

Alta Via Tilman
Enego

Alta Via Tilman: alcune osservazioni

 

– Itinerario incerto

La Tilman non ripercorre fedelmente i sentieri effettivamente usati dal Maggiore durante il suo periodo in Italia; si limita a seguire a grandi linee alcune delle vie di comunicazione tra Asiago e Falcade seguendo Sentieri CAI esistenti, carrabili e strade principali, ispirandosi alle rotte della Resistenza Italiana ma seguendo, per ovvie ragioni, sentieri già presenti e battuti. Ne consegue che chi si aspetti di affrontare la Tilman come un sentiero certo e ben segnalato rimanga deluso: i segnavia in Agordino dei quali pure avevamo memoria sono stati per la maggior parte vittime di Vaia e mai rimpiazzati; l’Alta Via non è segnata nel complesso sulle principali mappe escursionistiche (se si esclude il tratto finale, segnato ad esempio sulle Tabacco) ed esistono alcune variazioni possibili all’itinerario che consentono di accorciare o allungare il trekking. Se si cerca una qualsiasi Alta Via in internet, si può accedere ad una ricchezza di informazioni incredibile: foto, video, ottimi consigli, dettagli tecnici a bizzeffe; se si cerca la Tilman online, si rischia di girare per ore una miriade di siti che scopiazzano a vicenda le scarne informazioni disponibili, omettendo al contempo i dettagli più importanti sul percorso. Chi debba organizzarsi per percorrere il Sentiero Tilman deve quindi necessariamente fare riferimento al succitato libro di Roberto Mezzacasa ed integrare con lo studio approfondito dei sentieri che si incontrano ad ogni tappa. Questa purtroppo rimane la criticità più evidente per la sopravvivenza del percorso; avvicinandoci alla Tilman, si ha l’impressione di trattare di archeo-escursionismo piuttosto che di avere a che fare con una vera e propria Alta Via.

Chi fosse interessato a percorrere la Tilman nei prossimi mesi deve inoltre tenere in considerazione il fatto che esistono inoltre zone ancora pesantemente interessate dagli schianti di Vaia, come ad esempio il Monte Avena, con tratti in cui è difficilissimo rimanere sui sentieri segnati sulle mappe pre-Vaia. La capacità di organizzazione così come una certa esperienza di escursionismo sono quindi essenziali per poter ovviare agli imprevisti di un sentiero non sempre chiarissimo.

Sentiero Tilman

 

– Scarsità di fonti d’acqua

Come abbiamo imparato a nostre spese, le meravigliose Alpi Feltrine sono una zona molto povera di corsi d’acqua. Ci sono tappe, come la traversata dal Rifugio Boz al Rifugio Dal Piaz, in cui non si incontra neppure una goccia d’acqua. La situazione è gestibile ovviamente per chi soggiorni in rifugio ad ogni tappa, ma è piuttosto provante per chi percorra la Tilman in maniera differente.

Ci si può approvvigionare d’acqua presso il Bivacco Campotorondo, poi a Malga Erera, poi nulla fino a Casera Cimonega, nulla dal Boz al Dal Piaz; oltre questo punto invece ci si trova relativamente vicini a centri abitati con fontane, bar e supermercati, quindi non ci sono problemi sotto questo punto di vista. Ma le tappe montane richiedono un minimo di preparazione; la scorta d’acqua è una priorità alla quale bisogna pensare prima di incamminarsi lungo la Tilman.

Alta Via Tilman
L’incredibile Busa delle Vette
Tilman
Gruppo del Cimonega (Alpi Feltrine)

 

– Sentiero non per tutti

Sebbene non presenti grosse difficoltà tecniche a livello alpinistico, come si diceva sopra, la Tilman non è un’Alta Via per tutti. Soprattutto nella parte più dolomitica, l’Alta Via Tilman tocca cenge impressionanti (da Forcella dell’Omo a Casera Cimonega si cammina su terrazzamenti naturali a precipizio sul vuoto, con un piccolo passaggio attrezzato che però va tenuto in considerazione se si viaggia molto carichi). Si tratta di segmenti non adatti a chi soffra di vertigini o a chi non abbia competenze sufficienti in materia di escursionismo. Le conseguenze derivanti dalla sopravvalutazione delle proprie capacità possono essere anche molto gravi; rimandiamo i lettori meno esperti, come sempre, alla nostra Guida allo Sport nelle Dolomiti in cui riassumiamo ciò che serve per vivere i Monti Pallidi al meglio ed evitare brutte sorprese.

La lunghezza dell’itinerario (circa 190 chilometri) cataloga la Tilman tra le proposte più lunghe ed impegnative delle Dolomiti; serve quindi resistenza eccellente, soprattutto se il carico portato è importante, ed un equipaggiamento da montagna completo che permetta di fronteggiare i capricci climatici della montagna (vestiario per tutti i climi, mantellina antipioggia, scarponi da montagna e scarpe più comode per la parte stradale, acqua e sacca porta-acqua, viveri, ecc.). Dislivelli positivi e negativi piuttosto impegnativi ed improvvisi si incontrano nella prima tappa (Falcade – Cimon de la Stia), nella discesa a Taibon da Forcella Cesurette, nella salita da Pattine a Campotorondo, nella successiva salita da Casera Cimonega al Col dei Bechi, nella salita al Grappa e nella Valstagna (o nell’alternativa da Primolano ad Asiago passando per Enego, Foza e Gallio). La Tilman richiede preparazione, resistenza fisica, volontà, prudenza ed esperienza.

La rete cellulare non è disponibile all’interno del territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (come ci si aspetta da una Riserva Naturale): va quindi utilizzata grande prudenza da Gosaldo a Feltre, informando ad ogni occasione chi ci aspetta a casa del punto in cui siamo e del punto in cui siamo diretti. Le chiamate d’emergenza sono comunque garantite e i rifugi escursionistici che si incontrano sono preziosi punti d’appoggio che garantiscono una certa sicurezza.

Alta Via Tilman
Il Pass de Mura verso il Rifugio Bruno Boz

Alta Via Tilman: un relitto d’altri tempi?

 

Ad eccezione delle tappe agordine della Tilman, bene o male percorse da noi decine di volte in passato, ci siamo tuffati nella proposta praticamente all’oscuro di ciò che ci attendeva oltre Gosaldo; non siamo riusciti ad incontrare nessuno che avesse percorso la Tilman in passato a cui chiedere consigli. Partiti motivati (ma anche molto prevenuti), dobbiamo dire che onestamente l’Alta Via Tilman ci ha saputo regalare emozioni molto forti che difficilmente dimenticheremo. Meravigliosi ricordi di luoghi incredibilmente belli e selvaggi che ci accompagneranno finché camperemo.

Non ci sentiamo però di consigliare la Tilman al grande pubblico delle Dolomiti. Questa Alta Via richiede un’attenzione particolare rispetto alle normali Alte Vie delle Dolomiti; richiede grande preparazione fisica e resistenza; capacità organizzativa ben oltre le comuni Alte Vie. Se però siete escursionisti intraprendenti, esperti e smaliziati, se vi piacciono le sfide e se non siete mai stati in queste zone, allora si, l’Alta Via Tilman è una proposta che fa per voi.

Alta Via Tilman

A conclusione del nostro piccolo articolo, è doverosa una piccola considerazione sul futuro della proposta. L’impressione che abbiamo avuto avendoci a che fare è sicuramente quella di un’Alta Via che sta scivolando lentamente nell’oblio. La percezione che si ha della Tilman quale proposta escursionistica è quella di un itinerario legato al passato ed in procinto di essere dimenticato, questo a prescindere dalla tendenza fisiologica ad accantonare le Alte Vie in favore di escursioni meno impegnative in termini di tempo e distanze, della quale parlavamo sopra. L’assenza di indicazioni, la scarsa conoscenza del sentiero e la reticenza nel proporlo porteranno probabilmente la Tilman ad essere completamente dimenticata nei prossimi anni. Ed è un peccato, perchè si tratta di un’esperienza assolutamente appagante dal punto di vista sportivo ed estetico.

Allo stato attuale, la Tilman è però una proposta che richiede un approccio esperto e smaliziato, che non tutti gli ospiti delle Dolomiti sono disposti ad accettare. Ci auguriamo che non sia questo il caso, tuttavia la tendenza della Tilman sembra essere quella di cadere nel dimenticatoio delle belle proposte dolomitiche (e non solo) senza futuro; questo, ovviamente, saranno gli operatori turistici dei territori interessati così come gli escursionisti che la percorreranno nei prossimi anni a deciderlo.

Alta Via Tilman

Ciò detto, a noi l’Alta Via Tilman è piaciuta veramente molto: per noi è stata la prima avventura in zona Alpi Feltrine, e vi assicuriamo che si parla di luoghi dolomitici incredibilmente affascinanti ed assolutamente da vedere; chi non sia disposto ad impegnarsi in una decina di giorni di escursione, può comunque percorrere parte della Tilman o le singole tappe, come dicevamo descrivendone il percorso. Se siete interessati e ne avete le capacità, però, sappiate che potete affrontare la Tilman con la certezza di non rimanere delusi. L’interesse della Tilman è molto alto anche sotto l’aspetto storico e culturale, un altro punto a favore di questa inconsueta Alta Via.

Chiudiamo l’articolo anche questa volta ringraziando tutti i nostri visitatori per un’altra estate all’insegna dei record: grazie a chi ci ha scritto (siete stati tantissimi!!!), a chi ha lasciato un commento, a chi ha condiviso le nostre pagine sui social; siete un pubblico fantastico che siamo onorati di poter intrattenere parlando del nostro meraviglioso territorio nel Cuore delle Dolomiti – Grazie a tutti di cuore! Noi ci vediamo prestissimo con altre avventure e storie dal Cuore delle Dolomiti – Stay tuned!

 

Sentiero Tilman

Informazioni sulla Via Tilman:

CAI Sezione Agordina
Tel. 0437 62904

CAI Sezione Asiago
Tel. 0424 464122

Uffici Turistici Agordini > clicca qui

 

Alla ricerca di idee per le tue esperienze dolomitiche? Dai un’occhiata alla nostra sezione “Articoli” (clicca qui)

2 commenti

  1. Dino

    …complimenti descrivete molto dettagliatamente i percorsi e cercate sempre posti poco noti al grande pubblico…devo dire però che il cai della zona non fa molto per valorizzare i percorsi un po sconosciuti…per esempio l’alta via dei pastori è un percorso molto bello sulla carta….io ne ho percorsi alcuni tratti….e trovarlo è molto arduo…..comunque grazie….mi fornite sempre nuove idee x delle belle escursioni…

    1. agordino

      Ciao Dino, grazie mille per il tuo commento!

      Eh si, hai ragione. Ci sono un mare di bellissime proposte e molta disorganizzazione nel proporle. Non è una questione solo del CAI, più che altro è una situazione dovuta in massima parte all’approccio solipsistico che ogni Ente / Associazione / Comune rivolge alla parte di promozione del territorio ed alla collaborazione intervalliva o addirittura intercomunale. In altre Province vicine invece si ottengono risultati molto buoni in virtù di una direzione centralizzata della promozione, che viene scaricata a cascata sui consorzi di valle creando una solida offerta turistica. Ma vabbè, noi Bellunesi cerchiamo di fare promozione con i mezzi che abbiamo, confidando che sempre più visitatori intraprendenti ed in cerca dell’originalità come te ci trovino.

      Per quanto riguarda il nostro approccio personale alla promozione del nostro territorio, siamo da sempre convinti che le cose vadano cercate, studiate, provate di persona e poi promosse; questa filosofica sembra premiare il nostro tipo di produzione editoriale rispetto a molti siti molto più grandi che però non conoscono a fondo gli argomenti che trattano e che collezionano per sole esigenze di traffico online. Ci fa moltissimo piacere leggere il tuo commento, ci auguriamo che continuerai a seguirci ed a commentare e che le tue avventure nel Cuore delle Dolomiti siano sempre piacevoli, uniche ed indimenticabili!

      Grazie Dino, continua a seguirci!
      Il team di agordinodolomiti.it

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