Voltago Agordino
Perla nascosta delle Pale di San Martino
Voltago Agordino è un bellissimo paese delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO posizionato nella Conca Agordina non distante da Agordo; il paese, estremamente soleggiato e panoramico, è collocato alla base dell’imponente Monte Agner e si compone di due diversi abitati principali: Voltago (Oltàch in dialetto agordino) e Frassenè (Farsenèch in dialetto agordino).




Voltago Agordino: il Paese dei Ciliegi
Voltago è uno degli abitati più antichi della zona, come testimoniato da numerosi documenti storici della Curia di Belluno; il nucleo abitativo di Voltago si colloca in un piacevole pianoro circondato da folti boschi ed adornato dalle cime del 3° sistema ufficiale delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO (Pale di San Martino, San Lucano, Vette Feltrine e Dolomiti Bellunesi) in posizione soleggiata e riparata dal vento. Una giovane e ricca inglese, Amelia B. Edwards, ebbe modo di visitare il paese durante il suo Grand Tour nel XIX Secolo e descrisse le sue esperienze nelle Alpi Dolomiti raccontata nel celebre “Cime inviolate e Valli sconosciute” (1872). La Edwards rimase ammaliata dalla bellezza di Voltago, che definì “Il Paese del Ciliegi“. Una definizione carina, adottata poi anche dagli stessi abitanti di Voltago, per descrivere questo piacevole e tranquillo paesino delle Dolomiti, raggiungibile anche a piedi in pochi minuti da Agordo.

La Madonna di Voltago
Voltago Agordino è salì alla ribalta della stampa nazionale negli anni ’30 del 20 XX Secolo per un emblematico caso di presunta apparizione della Madonna. La Vergine sarebbe apparsa, precisamente nel 1937, a dei pastorelli del luogo, in maniera del tutto simile ad altri presunte apparizioni come Fatima e Lourdes. La vicenda fu in ultima istanza smentita prima dai responsabili locali della chiesa cattolica e successivamente dai ertici della stessa. Ma malgrado la bocciatura dell’apparizione, molti fedeli si recano comunque ogni anno al luogo dell’apparizione, il celebre “Sass dela Madona” (o Sasson de la Madonna) nella frazione di Piandison.
La Pieve dei Santi Vittore e Corona
In centro a Voltago Agordino sorge la chiesa dei Santi Vittore e Corona, uno dei luoghi di culto più antichi della Provincia di Belluno. La chiesa di Voltago, edificata nel tipico stile gotico alpino, tipico della zona, fa bella mostra di sè incoronata da Agner, San Sebastiano, Moiazza e Civetta. A fianco della chiesa si trova inoltre il monumento dedicato alle vittime della rappresaglia nazista del 12 Ottobre 1944.
La Seconda Guerra Mondiale
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il 12 Ottobre 1944, Voltago Agordino subì una violenta rappresaglia da parte delle divisioni naziste delle SS del reparto altoatesino “Bozen”, la stessa che devasterà la Val Biois uccidendo una quarantina di persone e bruciando buona parte delle abitazioni e delle stalle. Solo la fortunata mediazione di una signora tedesca in vacanza a Voltago e del sacerdote di Frassenè permetteranno a questo villaggio di evitare di subire le stesse angherie della sua sede municipale. Il monumento alle vittime della strage si trova a fianco della chiesa dei Santi Vittore e Corona in centro a Voltago.
Na Olta Oltach
Di recente installazione è invece la serie di pannelli illustrativi “Na Olta Oltach” (“Voltago di un tempo”) lungo il cosiddetto “Troi de le Berte” (“Sentiero dei Racconti”): si tratta di un grazioso sentiero tematico dedicato alle più famose ed interessanti storie e leggende di Voltago e della Conca Agordina sulla via che conduce da Via Struz alla località di Piandison nei pressi del Sass de la Madonna. I cartelli, redatti in italiano e dialetto di Voltago Agordino, trattano le storie di San Vittore e Corona, della famglia nobiliare dei Da Voltago, dell’apparizione della Madonna, le leggende di San Lucano e della Beata Vazza, di San Martino, del Mazarol, dell’Om Salvarech nonchè piccoli excursus sulla popolazione di Voltago. Il sentiero è breve ma molto piacevole ed è ben segnalato sia all’accesso da Via Sturz che da quello a Via Piandison; i cartelli sono concisi ma interessanti e sono una buona occasione per apprendere qualche nuova storia sull’Agordino da approfondire magari in biblioteca o con l’aiuto di qualche anziano della zona.
Giro de le Zime
Un altro recente investimento turistico del Comune di Voltago Agordino è costituito dal Giro de le Zime [Giro delle Cime], una splendida passeggiata ad anello di circa 4,5 chilometri, adatta a tutta la famiglia, dotata di tabelle introduttive e percorso salute. Il Giro de le Zime è una valida passeggiata adatta a chi vuole godersi le Dolomiti UNESCO senza tanto sforzo ed ideale per le famiglie: poco più di un’ora anche gli ospiti meno allenati possono passeggiare attraverso boschi e torrenti, splendidi abitati storici e graziosi scorci naturali, il tutto all’ombra dei Giganti delle Dolomiti. Quello che si ammira nel Giro de le Zime e che collocazione occupa nel contesto delle Dolomiti UNESCO è ben illustrato nei pannelli informativi all’accesso della passeggiata.
Don Antonio Della Lucia
Voltago Agordino annovera tra i personaggi illustri ai quali ha dato i natali Don Antonio Della Lucia, sacerdote cattolico, Cavaliere Italiano e geniale imprenditore locale.

La Piccola Cortina
Il nucleo abitativo di Frassenè (collocato ad un’altitudine di 1100 metri ai piedi del maestoso Agner) si trova a pochi chilometri di distanza da Voltago lungo la strada Provinciale 347; l’etimologia del toponimo suggerisce una possibile relazione con il frassino (fraxinus excelsior L.), albero largamente diffuso in questa zona. Il nucleo originario di Frassenè era composto dagli abitati di Vich e Villa, equidistanti dalla piccola chiesa di San Nicolò da Bari, ancora presente a fianco della nuova chiesa di Frassenè. Prima di sperimentare un periodo di grande fortuna economica con l’avvento del turismo, gli abitanti di Frassenè si occupavano principalmente di agricoltura, allevamento e sfruttamento dei boschi; molti giovani emigravano sia in regione che all’estero (moltissimi a Birmingham in Ohio) esercitando principalmente le professioni di cioccolatiere [el ciocolatèr], seggiolaio [caregheta], minatore.
A partire dall’apertura del Albergo Venezia nel 1902, la prima struttura ricettiva di Frassenè, il paese divenne nei primi decenni del XX Secolo una famosissima località estiva ed invernale italiana, al punto da essere soprannominata negli anni ’60 “la piccola Cortina“. Frassenè fu il primo villaggio d’Italia a dotarsi di una Pro Loco nel 1930 per iniziativa dell’ingegnere di origine armena Ohannes Gurekian che lavorava per SADES e che aveva con questa piccola località delle Dolomiti un rapporto d’amore profondo (sposerà anche una ragazza del luogo). Dopo l’Albergo Venezia sorgeranno a Frassenè numerose altre strutture ricettive, infrastrutture sportive e per lo svago (come il Parco Laghetti, progetto dello stesso Gurekian), rifugi, come l’attuale Rifugio Scarpa-Gurekian, originariamente atelier dell’artista e nobile veneziano Enrico Scarpa (edificato nel 1912 e chiamato “Eremo Resele”), e gli impianti di risalita, i primi di tutto l’Agordino, nel 1956, lo stesso anno della famosissima edizione delle Olimpiadi Invernali nella vicina Cortina d’Ampezzo.





La popolarità di Frassenè soprattutto tra la nobiltà veneziana garantì al paesino mezzo secolo di fortuna e successi; molto famosa era la gara automobilistica Agordo-Frassenè che attirava in zona moltissimi amanti delle corse. La grandissima affluenza di persone richiese l’edificazione anche di una chiesa più grande ed importante; il progetto fu affidato all’Ingegner Gurekian che studiò a partire dal 1938 una soluzione in stile neogotico a fianco dell’antica chiesetta di San Nicolò da Bari. La chiesa venne completata nel 1968 ed inaugurata dall’allora monsignore Albino Luciani, il futuro Papa Giovanni Paolo I.


La fine del periodo d’oro del turismo a Frassenè coincise con la terribile alluvione del 1966, un evento catastrofico che cambierà per sempre la storia e la conformazione dell’intero Agordino; inoltre il paese non ebbe forze a sufficienza per avviare una fruttuoso opera di promozione turistica volta al ricambio generazionale dei turisti affezionati. Oggi, Frassenè ricorda quel periodo di fiorente turismo unicamente con le facciate dei tanti alberghi ubicati lungo Viale della Vittoria, convertiti per la maggior parte in appartamenti, con la sua grande chiesa e con la seggiovia 4 posti che dal centro del paese raggiunge le pendici dell’Agner, ferma da anni.
Il turismo oggi
Malgrado il declino turistico della località ed il conseguente spopolamento, oggi Frassenè è comunque meta apprezzata dagli escursionisti di tutto il mondo per la ferrata che sale alla cima dell’Agner, la Ferrata Stella Alpina, per la palestra di roccia Spiriti dell’Aria e per i tanti possibili itinerari a piedi dalla base del rilievo, tra i più imponenti delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO (la parete nord dell’Agre è la parete verticale più lunga delle Dolomiti e la seconda in tutte le Alpi con i suoi 1600 metri, caratteristica che lo rende ideale per la pratica della tuta alare); inoltre da qualche anno una gestione oculata del Rifugio Scarpa – Gurekian alla base dell’Agner sta tentando con abbastanza successo di risollevare le sorti del turismo locale offrendo un’accoglienza di qualità.

La zona, benchè scarsamente sfruttata, è di grande bellezza naturalistica: dall’alto il Monte Agner domina il paese con la poderosa facciata orientale; verso Gosaldo si apre il Giro del Poi, fantastico itinerario stradale nei bellissimi boschi di faggi della zona apprezzato soprattutto dai motociclisti. Il Parco dei Laghetti offre una bellissima area verde con boulder per l’arrampicata, campo di tennis e parchetto interno. Come tanti altri paesi dell’Agordino, Frassenè è una perla naturale di bellezza unica tutta da scoprire per turisti avventurosi ed intraprendenti.


Informazioni:
Ufficio Turistico di Agordo
Tel. +39 0437 62105
E-mail: ufficioturistico@agordo.net