La Donaza
Leggenda della Conca Agordina
La Donaza [pronunciata “Donatha” con z fricativa dentale] è una leggenda popolare della Conca Agordina, Cuore delle Dolomiti.
Si tratta di un essere maligno rappresentato come un’orripilante vecchia dai piedi enormi, china, arcigna e vestita di un largo camice bianco. Stando alla storia, usata dai genitori per spaventare i bambini capricciosi, la Donaza si avvicinava alle case degli uomini col favore delle tenebre intorno all’ora di cena in cerca di bambini che si rifiutavano di mangiare la cena.
La vecchia, stando al racconto popolare, entrava nelle case dei bambini capricciosi al canto della sua tipica filastrocca: “Palpa qua, palpa la, chi che ha la panza mola, boni par mi!” [“Tocca qua, tocca la, quelli con la pancia molla sono buoni per me!”], dopodiché provvedeva a “filare le sue budella”. Per allontanare la Donaza, era necessario appoggiare all’uscio della casa una scopa girata all’insù. Solo il canto del gallo, foriero del nuovo giorno, metteva i bambini al sicuro dall’orribile vecchia. Si dice altresì che la Donaza accompagnasse anche i viandanti di notte lungo i sentieri dei boschi agordini, anche se doveva scappare di corsa al canto del gallo.
Dice la leggenda che una mamma, per dare una lezione al bimbo ribelle che non voleva consumare la sua cena, spalancò la porta chiamando a gran voce la vecchia. D’un tratto, la Donaza proruppe nella stanza ed afferrò il bambino. Stava per iniziare a “filargli le budella” quando il canto del gallo la spaventò ed ella dovette ritirarsi in fretta e furia. A far cantare il gallo era stata la madre del bambino, che aveva punzonato l’animale con un ago.